Decreto banche, salvagente alle Raiffeisen «Manteniamo due filiali, niente invasioni»
TRENTO La conversione in legge del «decreto banche» ieri alla Camera comporta novità anche per il credito cooperativo. Da una parte anche le Rurali e le Bcc potranno utilizzare la normativa sulle Dta (Deferred tax asset) che permetterà di risparmiare centinaia di milioni di euro di patrimonio. Dall’altra è stato accettato un emendamento promosso da Karl Zeller, presidente in Senato del gruppo per le autonomie, che «salva» un paio di sportelli esterni alla Provincia di Bolzano. Ma ciò ha creato tensione con Trento.
La riforma del 2016 creerà il gruppo delle Raiffeisen altoatesine all’interno dei confini provinciali, (mentre quello di Trento è nazionale). Per preservare due sportelli altoatesini altrimenti destinati alla chiusura, in provincia di Belluno e in Val di Fassa, è stato proposto e approvato un emendamento generico, che ha fatto sorgere critiche. Si indica infatti in due il numero massimo di sportelli fuori provincia, ma se le Rurali altoatesine sono oltre 40, gli sportelli potrebbero diventare oltre 80? «L’emendamento serviva a salvare due filiali esistenti, in favore della popolazione di montagna — dice Zeller —, mai pensato di aprire altre filiali, tanto meno a Trento città. Qui si fa un processo alle in- tenzioni. Oggi la tendenza è di chiuderli gli sportelli, non di aprirne di nuovi. Noi non siamo ambiziosi come in Trentino, basta che ci lascino in pace». «Si sono opposti al mio emendamento, — continua il senatore — e poi vanno a fare campagna acquisti a Renon (banca che ha scelto Ccb, ndr). Forse avranno una cattiva coscienza: da noi una banca non apre nel territorio altrui». Usanza invece diffusa in Trentino. Sta di fatto che in queste ultime settimane la dialettica Trento-Bolzano sul fronte della riforma del credito coop è tesa. Le Raiffeisen in Federcasse hanno votato «pro-Iccrea» e comunque è da tempo che lavorano a fianco di Roma. Ciò potrebbe causare problemi al disegno di Ccb di avere Mediocredito tutta per sé come banca corporate: serve una mediazione politica (Bolzano dovrebbe uscire), ma non si riesce a venirne a capo.
Per quanto riguarda invece l’emendamento «Dta», la nota ufficiale dice: «Confcooperative e Federcasse ricordano come la modifica richiesta alla normativa sulle “Dta” fosse necessaria per assicurare pari dignità di trattamento delle Bcc rispetto alle altre banche italiane, scongiurando gli effetti, non voluti, per effetto delle norme prudenziali, che si sarebbero altrimenti determinati sui loro mezzi patrimoniali. Tali effetti avrebbero determinato una riduzione del patrimonio delle Bcc di centinaia di milioni di euro».