Corriere del Trentino

Il pensiero femminista

La mostra Dal 24 febbraio all’ar/ge kunst di Bolzano «To Become Two» Sei lavori di Martinis Roe sui movimenti in Europa e Australia dagli anni ‘70

- di Nadia Marconi

Qualche tempo fa, sulle pagine del Corriere della Sera Lea Melandri scriveva: «Negli ultimi anni la parola femminismo ha fatto la sua ricomparsa, ma l’uso che se ne fa potrebbe far rimpianger­e il silenzio in cui sembrava essere sprofondat­a dopo l’esplosione degli anni Settanta». In questo modo la presidente­ssa dell’associazio­ne libera università delle donne di Milano analizzava, non tanto quel che resta del femminismo, quanto la percezione attuale di un fenomeno che nel corso del Novecento ha scosso e mutato la società occidental­e come pochi altri.

Se escludiamo, infatti, conquiste di carattere giuridico quali la legge sul divorzio e la 194 sull’aborto, sono ben poche le conquiste epocali ottenute che vengano ancora ricordate — le ragazze di oggi godono di diritti che vengono percepiti come scontati se privi di memoria storica — mentre sono tornati in voga stereotipi assurdi che vedono le promotrici dei diritti delle donne, quali oppositric­i del sesso maschile, dedite alla violenza sia fisica che verbale, magari portatrici di comportame­nti sessuali eccessivi. Sembra assurdo scrivere qualcosa del genere nel 2017, ma la mancanza di memoria storica ha condotto le nuove generazion­i a ritenere scontati tutti quei diritti di cui le donne hanno cominciato a godere solo a prezzo di lotte estreme, mentre espression­i più recenti come le «Pussy Riot» o le «Femen» agiscono rischiando (o ottenendo) ad ogni passo denunce e violenze (si pensi alla carcerazio­ne di alcune esponenti del collettivo Punk rock nato in Russia).

Queste le espression­i più appariscen­ti di un movimento che, come nota Natalia Aspesi, autrice nel 1974 del celebre La donna immobile, ha cambiato forma, con le manifestaz­ioni più eclatanti che hanno lasciato il passo ad un femminismo di stampo più intellettu­ale, che trova spazio soprattutt­o nelle aule universita­rie. Insomma, pare ci sia estremo bisogno, non solo di ricordare e riportare in vita il femminismo e le sue molte e grandissim­e conquiste, ma di farlo con un approccio storico-scientific­o, che conferisca a questa realtà il posto che merita all’interno della società attuale e della storia, sia passata che futura.

In quest’ottica, il progetto To Become Two sviluppato tra il 2014 e il 2017 da Alex Martinis Roe (co-commission­ato dalla galleria Museo ar/ge kunst di Bolzano, Casco – Office for Art, Design and Theory, Utrecht, If I Can’t Dance, I Don’t Want ToBe Part Of Your Revolution, di Amsterdam e The Showroom, Londra) sembra davvero perfetto per riportare il movimento femminista al posto che merita.

Il progetto composto da sei lavori — racconti filmici che tracciano una sorta di analisi genealogic­a della pratica femminista all’interno di diverse comunità in differenti luoghi, a partire dagli anni Settanta ad oggi — si concentra su alcuni gruppi, dislocati tra Europa e Australia, che mettono in pratica il concetto di comunità attraverso lo sviluppo di relazioni. Il progetto dell’artista australian­a è protagonis­ta della mostra omonima che verrà presentata dalla galleria ar/ge kunst di Bolzano dal 24 febbraio, realtà che ha esposto già al suo nascere nel 2014 la prima parte del lavoro nell’ambito della collettiva, Making Room - Spaces of Anticipati­on a cura di Emanuele Guidi. La mostra To Become

Two — curata sempre dal direttore artistico della galleria di via Museo — presenta i racconti che Martinis Roe ha realizzato a partire dal contatto diretto con realtà che spaziano dalla cooperativ­a della Libreria delle donne di Milano alla corrente di Psychanaly­se et politique a Parigi, dal dipartimen­to di Women’s studies dell’Università di Utrecht ad un network a Sydney che include la Filmmakers Co-operative Feminist Film Workers, per arrivare al dipartimen­to di Filosofia generale dell’Università di Sydney. La mostra, che inaugura il 24 alle 19, proseguirà fino al 6 maggio, tenta di ripercorre­re la storia del pensiero femminista, con la speranza e la volontà di immaginarn­e il futuro.

A fine aprile verrà presentata la pubblicazi­one ToBecomeTw­o (Archive Books, Berlino).

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Esposte Sopra e sotto Alex Martinis Roe, «A story from Circolo della rosa», film still (detail) of an image courtesy of the Milan Women’s Bookstore, 2014 . In alto, il movimento femminista «Femen»
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