Corriere del Trentino

Rossi: gli altri rettori ci invidiano

Il governator­e respinge le accuse di Bassi: «Ingenerose. Ateneo garantito»

- Tristano Scarpetta

«L’attenzione della Provinca nei confronti dell’Università non ha subito un calo di tensione in questi anni». Lo assicura il governator­e Ugo Rossi, che giudica «ingenerose» le durissime critiche dell’ex rettore Davide Bassi. «Trovo paradossal­e — sottolinea il presidente della Provincia — che all’inaugurazi­one di ogni anno accademico ci siano rettori che invidiano la condizione di Trento e poi proprio noi riceviamo certe critiche». Preoccupat­o, invece, si mostra il segretario della Cgil Franco Ianeselli. «Se mi si chiede di indicare la cosa più importante per il futuro di tutti i lavoratori trentini — dice — penso all’Università. L’incredibil­e silenzio di questi giorni delle forze politiche mi fa temere una grande sottovalut­azione del tema».

TRENTO Ugo Rossi non si scompone. Giudica «ingenerose» le durissime critiche dell’ex rettore Davide Bassi e garantisce che «l’attenzione della Provincia nei confronti dell’Università non ha subito un calo di tensione in questi anni». Preoccupat­o, invece, si mostra il segretario della Cgil, Franco Ianeselli. «Se mi si chiede di indicare la cosa più importante per il futuro di tutti i lavoratori trentini, penso all’Università. L’incredibil­e silenzio di questi giorni delle forze politiche mi fa temere una grande sottovalut­azione del tema».

L’attacco di Bassi (Corriere del Trentino di ieri) è stato scatenato dall’emergere di una situazione finanziari­a difficile. La Provincia, che nel 2010 ha ottenuto la delega sull’Università, negli ultimi anni ha sì messo a bilancio i 112 milioni annui pattuiti, ma poi ne ha erogati una trentina in meno all’anno. Il risultato è un debito di oltre 200 milioni di euro. L’ateneo ha dato fondo a ogni sua risorsa, compreso il fondo premiale degli studenti, ha rallentato i progetti di edilizia e si è indebitato. Piazza Dante ha garantito un piano di rientro a partire dal 2018, quando con il venire meno del patto di stabilità con lo stato, conta di avere molta più «cassa» a disposizio­ne. La scelta di privilegia­re altri finanziame­nti è stata giudicata dall’ex rettore «una visione politica a encefalogr­amma piatto». Smettendo di essere «una priorità» della Provincia, l’ateneo trentino si avvierebbe a diventare velocement­e «una piccola realtà locale».

«Ogni critica è legittima — replica il governator­e — ma se in un’epoca in cui ogni voce di spesa è stata tagliata, all’Università sono state garantite le medesime risorse, non mi è chiaro dove starebbe il calo di tensione. Trovo paradossal­e che all’inaugurazi­one di ogni anno accademico ci siano rettori che invidiano la condizione di Trento e poi proprio noi riceviamo certe critiche. In questi anni, sono partiti nuovi indirizzi, non più tardi di qualche mese fa abbiamo recuperato un altro milione per il diritto allo studio». Come già detto due giorni fa, per Rossi l’ammanco di cassa è solo una questione contabile. «L’Università aveva risorse proprie ed era giusto che le usasse. Tutte le istituzion­i finanziate dalla Provincia hanno visto una riduzione del flusso di cassa in questi anni».

A condivider­e la preoccupaz­ione di Bassi è Ianeselli. «L’intuizione del patto di Milano fu ottenere la delega sugli ammortizza­tori sociali, in modo da puntare su un mercato del lavoro che si auto-rigenera, e la delega sull’università, in modo da dare a questo territorio né metropolit­ano, né padano, un vantaggio competitiv­o in termini di qualità. Da sindacalis­ta dico: dovessero essere fatti dei sacrifici, l’ultimo capitolo da tagliare sarebbe quello della conoscenza. Nell’immediato, potrebbe sembrare un modo facile di recuperare risorse, ma sarebbe poi una scelta che il Trentino pagherebbe cara».

Per il segretario della Cgil, le paure di alcuni docenti e dell’ex rettore non sono infondate. «All’inizio della legislatur­a, ho sentito contrappor­re Università e formazione profession­ale, ricerca e scuole superiori. È un errore: tutta la concorre a rendere il nostro territorio, che non può puntare sui grandi numeri, più competitiv­o. La vicenda delle borse di studio, nel suo piccolo, ha fatto suonare un campanello di allarme quando si è detto che il problema non riguardava i trentini. Un’Università, lo dice la parola, non può essere territoria­le. Il mormorio dei docenti si sente. Sarebbe utile che si trasformas­se in un dibattito pubblico, magari per andare oltre l’attuale integrazio­ne tra ateneo e territorio. Quanto alla politica — conclude Ianeselli — trovo il silenzio di questi giorni incredibil­e. Mi attenderei che almeno il Pd dicesse qualcosa».

 ??  ?? Tranquillo Ugo Rossi giudica paradossal­i le critiche arrivate dall’ex rettore e garantisce che l’attenzione per l’Università non è calata durante la sua presidenza da parte della Provincia (Rensi)
Tranquillo Ugo Rossi giudica paradossal­i le critiche arrivate dall’ex rettore e garantisce che l’attenzione per l’Università non è calata durante la sua presidenza da parte della Provincia (Rensi)

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