UNA SOBRIETÀ CORAGGIOSA
Il documento d’indirizzo per il nuovo piano regolatore, predisposto dal sindaco Alessandro Andreatta, è stato reso pubblico. Già questa, di per sé, è notizia positiva: vuol dire che si può iniziare a ragionare attorno al futuro della città non più in forma astratta, ma all’interno di una prima cornice che — pur risultando ancora grezza — indica alcune priorità. Tra queste, il sindaco considera «irrinunciabile» il tema della riqualificazione e rigenerazione urbana. Tradotto — in linea poi con i dettami della legge urbanistica provinciale — avremo sostanzialmente un Piano regolatore che svilupperà in primis le aree abbandonate (ex industriali o ex militari).
Gli indirizzi dettati dal sindaco ricalcano inevitabilmente il clima del momento attuale che impone all’amministrazione una certa sobrietà. Si tratta allora di capire come l’impostazione data verrà declinata nella pianificazione dal gruppo di lavoro chiamato a firmare il piano regolatore. Si può essere benissimo sobri anche nel pensare una città ambiziosa, rispettosa del presente ma coraggiosa nella crescita futura. Sono le idee alla fine a fare la differenza e se l’input è quello — relativamente a talune aree — di attivare concorsi di progettazione per trovare il «genius loci» migliore, la strada può risultate molto interessante. Ovviamente ciò dovrà avvenire in un contesto generale di riferimento armonico, evitando di procedere per compartimenti stagni. In definitiva, la mano sinistra dovrà sempre sapere cosa fa la mano destra, pena una confusione ingestibile.
Ci sono due passaggi delle linee d’indirizzo del sindaco che meritano una sottolineatura. Il primo — prettamente nostalgico, se così possiamo definirlo — riguarda la cancellazione definitiva dal prossimo Prg dell’interramento della ferrovia, un’«utopia urbana» voluta dall’architetto catalano Busquets. C’è dunque la presa d’atto da parte di Andreatta dell’impossibilità odierna di far fronte, economicamente parlando, a un progetto così ambizioso e oneroso. Rimarrà agli atti l’intuizione che avrebbe veramente rivoluzionato la città. Il secondo passaggio, più politico e non scontato, mette finalmente in chiaro la volontà della città di recitare un ruolo da protagonista, tema da anni dibattuto ma mai portato avanti con convinzione. Adesso il sindaco manda un messaggio chiaro alla Provincia: massima collaborazione ma «non vanno aggiunte infrastrutture o servizi che rischiano di creare duplicazioni (...) A ognuno il suo in modo da restituire qualità e vivibilità al capoluogo». Se son rose fioriranno, se son spine pungeranno.