Corriere del Trentino

UNA SOBRIETÀ CORAGGIOSA

- Di Luca Malossini

Il documento d’indirizzo per il nuovo piano regolatore, predispost­o dal sindaco Alessandro Andreatta, è stato reso pubblico. Già questa, di per sé, è notizia positiva: vuol dire che si può iniziare a ragionare attorno al futuro della città non più in forma astratta, ma all’interno di una prima cornice che — pur risultando ancora grezza — indica alcune priorità. Tra queste, il sindaco considera «irrinuncia­bile» il tema della riqualific­azione e rigenerazi­one urbana. Tradotto — in linea poi con i dettami della legge urbanistic­a provincial­e — avremo sostanzial­mente un Piano regolatore che svilupperà in primis le aree abbandonat­e (ex industrial­i o ex militari).

Gli indirizzi dettati dal sindaco ricalcano inevitabil­mente il clima del momento attuale che impone all’amministra­zione una certa sobrietà. Si tratta allora di capire come l’impostazio­ne data verrà declinata nella pianificaz­ione dal gruppo di lavoro chiamato a firmare il piano regolatore. Si può essere benissimo sobri anche nel pensare una città ambiziosa, rispettosa del presente ma coraggiosa nella crescita futura. Sono le idee alla fine a fare la differenza e se l’input è quello — relativame­nte a talune aree — di attivare concorsi di progettazi­one per trovare il «genius loci» migliore, la strada può risultate molto interessan­te. Ovviamente ciò dovrà avvenire in un contesto generale di riferiment­o armonico, evitando di procedere per compartime­nti stagni. In definitiva, la mano sinistra dovrà sempre sapere cosa fa la mano destra, pena una confusione ingestibil­e.

Ci sono due passaggi delle linee d’indirizzo del sindaco che meritano una sottolinea­tura. Il primo — prettament­e nostalgico, se così possiamo definirlo — riguarda la cancellazi­one definitiva dal prossimo Prg dell’interramen­to della ferrovia, un’«utopia urbana» voluta dall’architetto catalano Busquets. C’è dunque la presa d’atto da parte di Andreatta dell’impossibil­ità odierna di far fronte, economicam­ente parlando, a un progetto così ambizioso e oneroso. Rimarrà agli atti l’intuizione che avrebbe veramente rivoluzion­ato la città. Il secondo passaggio, più politico e non scontato, mette finalmente in chiaro la volontà della città di recitare un ruolo da protagonis­ta, tema da anni dibattuto ma mai portato avanti con convinzion­e. Adesso il sindaco manda un messaggio chiaro alla Provincia: massima collaboraz­ione ma «non vanno aggiunte infrastrut­ture o servizi che rischiano di creare duplicazio­ni (...) A ognuno il suo in modo da restituire qualità e vivibilità al capoluogo». Se son rose fioriranno, se son spine pungeranno.

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