Carcere, ennesima protesta degli agenti
Il Sappe: «Situazione insostenibile». La contestazione degli anarchici
TRENTO I rappresentanti della polizia penitenziaria tornano a lanciare il loro grido d’allarme: il carcere di Trento è sovraffollato (il numero dei detenuti, fanno sapere, ha raggiunto «la cifra record di 370 a fronte di una capienza di 240») e la carenza di organico fra gli agenti ha toccato il 35%, «la più alta del Triveneto» fa sapere Giovanni Vona, segretario nazionale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che conta una sessantina di iscritti fra i 130 lavoratori di Spini. «Chiediamo l’invio immediato di personale, almeno 50 unità — spiega Vona — e il decongestionamento del numero di detenuti: non accettiamo che il protocollo sottoscritto a suo tempo fra Stato e Provincia venga disatteso in questo modo».
Il Sappe, con il supporto dell’Ugl, il sindacato della polizia di Stato, e del Sinappe, ha organizzato ieri pomeriggio un presidio davanti alla casa circondariale di Spini, al quale hanno aderito anche numerosi esponenti del centrodestra comunale e provinciale (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Agire per il Trentino): «Siamo stanchi di essere presi in giro — sostiene Vona — non solo per le mancate risposte dovute a lavoratori che devono garantire la sicurezza, ma anche perché questo carcere, inaugurato come il migliore d’Italia, in queste condizioni non riesce a garantire la sua finalità istituzionale di recupero sociale dei detenuti». Il sindacalista de- nuncia le condizioni di lavoro cui sono costretti gli agenti, obbligati a «turni massacranti, anche doppi, con riposi e ferie stravolti»: «Un poliziotto fa il lavoro di tre». Perché a fronte dei 214 agenti previsti, ne sono in servizio 130. «Esorbitante», inoltre, il numero di traduzioni di detenuti verso luoghi esterni di cura e dei piantonamenti necessari: «Si potrebbero evitare se la struttura fosse dotata di apparecchiature e strumenti e nei turni notturni fosse presente un medico» dice Vona. Durante la manifestazione si è avvicinato al carcere uno sparuto gruppo di anarchici intonando cori di protesta all’indirizzo degli agenti e sorreggendo uno striscione con le parole «Secondini aguzzini».