Kounellis, l’ultima statua per Rostagno
Lo scultore aveva scelto la pietra a Cembra il 25 gennaio. Boato: il progetto va avanti
TRENTO «La scomparsa di Jannis Kounellis è una tragedia enorme. All’idea di un’opera dedicata a Mauro Rostagno aveva aderito convintamente e ne aveva completato il disegno. Per noi era diventato un amico. Il progetto, ne siamo convinti, andrà lo stesso a buon fine. Trento avrà un lavoro postumo dell’artista di fama internazionale». Marco Boato e Gianni Palma rivelano il dolore del Gruppo di iniziativa in ricordo di Rostagno di fronte alla scomparsa dell’autore. Anche l’amministrazione comunale, affermano i due, crede nel monumento che si candida a diventare un simbolo cittadino.
Kounellis, uno dei maggiori interpreti dell’arte povera italiana, ha intrecciato nei mesi scorsi un legame con il Trentino, che negli anni Sessanta ospitò, da studente, un’altra persona di spicco, quel Mauro Rostagno che nel 1988 venne ucciso dalla mafia mentre conduceva un’inchiesta sui legami fra Cosa nostra, massoneria e servizi segreti deviati. L’ottantenne di origine greca, trapiantato a Roma nel 1956, aveva aderito al progetto del gruppo di cui fanno parte Boato e Palma. Un’adesione a titolo gratuito. A Trento era venuto due volte, l’ultima il 25-26 gennaio, accompagnato dalla moglie Michelle Coudray e dall’assistente Damiano Urbani. Nel sopralluogo in una cava di Cembra aveva scelto un grosso masso di porfido rosso e grigio, di dieci tonnellate. È il macigno che secondo il bozzetto approvato dalla giunta con un conchiuso dovrebbe essere assicurato da un sostegno in acciaio. Le dimensioni dell’opera, a sviluppo verticale, sono notevoli: dai 15 ai 18 metri. La collocazione prevista è l’innesto di via Rizzi con via Verdi, di fronte a Sociologia di cui Rostagno era stato un iscritto. Un manufatto «di grande risalto e impatto»: «Trento potrà essere l’unica città ad avere un’opera postuma di Kounellis. Alla memoria di Mauro si aggiungerà quella dell’autore» nota Boato. «Avrà un forte significato, che ognuno potrà interpretare. Per me il masso esprime la vita spezzata di Mauro che è stato un eroe civile del nostro tempo. Ha dato la vita combattendo la mafia», aggiunge Palma. Nessuno, durante la cena, poteva prevedere una morte prematura. Kounellis, lo aveva raccontato lui stesso, era in procinto di andare due mesi a New York, per la sua galleria. Boato e Palma ricordano i modi cortesi, la semplicità di un autore che è stato anticonformista e rivoluzionario, interprete assieme a Pistoletto, Merz, Paolino, Boetti del movimento che negli anni a ridosso del boom economico, in piena controtendenza, ha sdegnato il consumismo per una creazione artistica da realizzare attraverso materiali appunto «poveri»: juta, legno, carbone, metallo, gesso. Kounellis in particolare lavorò per «uscire dal quadro», facendo emergere la teatralità dello spazio. Il gruppo intende sostenere il costo dell’opera (stimato in circa 30.000 euro). Agli aspetti tecnici sta invece provvedendo il Comune. L’idea iniziale era inaugurare il manufatto per il 26 settembre 2017, a 29 anni dall’uccisione di Rostagno. In alternativa, si potrebbe slittare al 2018, che sarà anche il cinquantennale del 1968. Nelle prossime settimane proseguiranno i contatti con l’entourage dell’artista per dare concretezza al bozzetto.