«La pace? Solo se c’è un governo globale democratico»
Pontara ha presentato l’ultimo lavoro rifacendosi a Bobbio. «La guerra è ingiustificabile»
Solo un governo globale democratico può garantire la pace nel mondo, mettendo fine alle guerre che sono intrinsecamente legate agli Stati nazionali, a loro volta controllati da determinate classi sociali. Un obiettivo forse utopico, ma a cui non bisogna smettere di lavorare. Partendo da un processo di riforma dell’attuale Onu, che così com’è non funziona.
Giuliano Pontara, filosofo della politica, uno dei massimi studiosi della non violenza a livello internazionale, non si lascia scoraggiare nell’elaborare una soluzione per i conflitti e le disuguaglianze crescenti nel pianeta.
Affiancato da Massimiliano Pilati, presidente del Forum trentino per la pace, il pensatore originario di Cles illustra il suo ultimo libro. Quale pace? Sei saggi su pace e guerra il titolo dell’opera presentata al Centro per la solidarietà internazionale di vicolo San Marco a Trento.
«Escalation della violenza, disuguaglianze, devastazione ambientale, aumento dei flussi migratori — ricorda Pilati — sono alcuni dei fenomeni attuali, analizzati nel libro centrato sui problemi inerenti la pace».
Il presidente del Forum ricorda la vicenda personale di Pontara. Vissuto in Trentino fino al 1952, a vent’anni lasciò l’Italia per il problema etico a suo avviso posto dall’obbligo del servizio militare. In Svezia iniziò la carriera accademica, proseguita negli atenei italiani fra cui Padova, Cagliari e la stessa Trento. Sempre in Provincia, Pontara era stato dal 1993 al 2004 direttore dell’Università internazionale dei popoli di Rovereto, il cui testimone è stato raccolto dal Forum per la pace.
«La guerra — argomenta il filosofo — è ingiustificabile: viola i diritti umani, a partire da quello alla vita. È un massacro di innocenti, soprattutto i bambini e le generazioni future. Inoltre, rafforza il complesso militare-industriale, così battezzato da Eisenhower, che a sua volta fomenta il conflitto in un circolo vizioso». Non esiste, precisa il filosofo, nessuna guerra giusta, risolutoria, accettabile perché di difesa. Ma la pace, domanda Pilati, ha almeno un futuro? «Nel breve tempo no — risponde —. Nel lungo periodo, non lo possiamo sapere. Ma possiamo sperare».
Il filosofo sviluppa il pensiero di Norberto Bobbio sul pacifismo giuridico, arrivando a concepire uno «Stato internazionale democratico». Sarebbe l’unico potere in grado di fermare l’anarchia degli Stati nazionali belligeranti, in lotta per tutelare i propri interessi economici che sono solitamente quelli delle proprie classi dominanti. E oltre alle guerre, il governo mondiale potrebbe combattere le disuguaglianze crescenti: «I dati Oxfam sono molto brutti — conclude Pontara —. Otto persone posseggono la stessa ricchezza dei 3,6 miliardi di persone più povere».