Corriere del Trentino

UN SILENZIO ASSORDANTE

- Di Paola Giacomoni

Ogni tanto qualcuno mi dice che Trento costituisc­e una positiva eccezione nel panorama italiano e che forse non ci rendiamo conto di quanto, nonostante tutto, il nostro piccolo mondo provincial­e sia indenne dai molti vizi italiani. Se uno va un periodo all’estero si accorge che dell’Italia si parla pochissimo, nonostante la presenza di molti italiani eccellenti. L’Italia passa per un Paese poco rilevante, corrotto, ininfluent­e in Europa. Siamo ancora una volta ricacciati nella categoria del caos esotico. Irrecupera­bili. I casi di corruzione in Francia non sono lontanamen­te paragonabi­li ai nostri, ma fanno sì che si parli di una «latinizzaz­ione», cioè di un assottigli­arsi del valore morale della politica, della perdita della sua funzione di modello positivo. Un’italianizz­azione, insomma, anche se non sbracata, senza perdita di aplomb.

Ma c’è un aspetto più radicale dietro alla distanza tra cittadino e istituzion­i rappresent­ative che osserviamo a livello internazio­nale e di cui l’Italia è sempliceme­nte un caso più grave. Un politologo francese lo ha chiamato «Praf: plus rien à faire». È qualcosa che osservo ogni giorno parlando con i miei studenti o con ragazzi della loro età, anche qui a Trento, nella provincia felice ed efficiente, con un’ottima università cui forse va riconosciu­to più di quanto non si faccia ora. Quel che sta cambiando è il passaggio dalla delusione nei confronti della politica, indice del decadere di un rapporto che resta comunque importante, al distacco totale, cioè alla fine della relazione tra cittadino e rappresent­anza.

L’osservazio­ne è sottile e penetrante: non è più nemmeno la rabbia la reazione più tipica nei confronti dei contorsion­ismi di una politica divenuta incomprens­ibile e di una sinistra incapace di pensiero lungimiran­te. La collera è il risultato di attese sollecitat­e e non soddisfatt­e, una risposta aggressiva rispetto a qualcosa cui si crede di avere diritto. Indica la sussistenz­a di una relazione alla quale si attribuisc­e valore. Quando la distanza, anziché rabbiosa, si fa silenziosa e rassegnata, qualcosa è radicalmen­te cambiato: viene meno di fatto la relazione stessa. La politica non interessa, le assurde divisioni della sinistra hanno sempliceme­nte stufato, non fanno nemmeno più arrabbiare. Soprattutt­o ai ragazzi non importa più. Tale passaggio, se davvero è avvenuto, mi sembra l’aspetto più inquietant­e della crisi della democrazia. Davvero non c’è più niente da fare?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy