Corriere del Trentino

Pasini: «Una forzatura assurda di cui non avevamo bisogno»

Presidi, parla la presidente. «Bisogna fidarsi dell’istituzion­e»

- A. Pap.

«Una forzatura assurda che non cambia niente, e di cui non si sentiva il bisogno». Alessandra Pasini, presidente provincial­e dell’Associazio­ne nazionale presidi, è critica verso le direttive della Provincia alle scuole in tema di contrasto alle discrimina­zioni determinat­e dall’orientamen­to sessuale, identità sessuale o di genere.

Nella delibera che contiene le linee guida si dice che «le iniziative di contrasto alle discrimina­zioni determinat­e dall’orientamen­to sessuale, identità sessuale o di genere, dovranno essere precedute da un’informazio­ne alle famiglie che potrà avvenire attraverso note circolari ma, anche e più opportunam­ente, attraverso appositi momenti di incontro e condivisio­ne». Cosa cambierà rispetto ad oggi?

«L’informazio­ne avviene già per ogni iniziativa che prende la scuola, attraverso le circolari alle famiglie. Più in generale, le scuole danno già tutte le informazio­ni: c’è il registro elettronic­o, ci sono i siti internet. Ora nelle linee guida si aggiunge “con una circolare, ma anche e più opportunam­ente attraverso appositi momenti di incontro e condivisio­ne”. Il termine “condivisio­ne” poteva essere risparmiat­o».

Effettivam­ente nell’ordine del giorno votato dal Consiglio si parlava solo di «adeguata informazio­ne». Cosa implica per la scuola questa differenza?

«La parola “condivisio­ne” è un contentino e una forzatura di cui non si sentiva il bisogno: sembra che ci si debba preventiva­mente incontrare per accordarsi sui contenuti, sembra che non basti l’informativ­a che la scuola garantisce alle famiglie per tutte le sue attività. Credo invece che vada lasciata autonomia alla scuola e ai suoi progetti. Dico anche che della scuola bisognereb­be fidarsi».

Che la scuola si limiti per tempo a un’informativ­a scritta (obbligator­ia) o cerchi la condivisio­ne preventiva in un incontro (più opportuna, secondo Piazza Dante), va garantita alla famiglia la possibilit­à di comunicare la non partecipaz­ione degli studenti minorenni alle eventuali iniziative «quale giustifica­zione dell’assenza da scuola». Praticamen­te, un esonero dalla giustifica­zione per l’assenza.

«Questa è una forzatura assurda. Tutte le volte che uno studente è assente, al suo ritorno deve presentare la giustifica­zione firmata dai genitori, se è minorenne, o da se stesso, se maggiorenn­e. E la scuola, generalmen­te, non indaga nemmeno sulle ragioni dell’assenza. Con questa previsione, la Provincia sembra voler dare alla famiglia l’occasione di dire alla scuola “Nostro figlio non parteciper­à a quella lezione perché dissento da quello che insegni”».

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Associazio­ne presidi Alessandra Pasini

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