Terzo statuto, la parola ai cittadini
Licenziato il documento preliminare. Dorigatti: «Regione, rafforzare i contatti con Bolzano»
TRENTO Fondamenti dell’autonomia speciale, rapporti fra Province e Regione, minoranze linguistiche, Comuni, partecipazione alle decisioni dello Stato e dell’Unione europea, forma di governo, democrazia diretta, risorse e vincoli finanziari: sono questi gli otto ambiti tematici analizzati dalla Consulta per lo Statuto speciale e sintetizzati nel documento preliminare che suggella la prima parte dei lavori di progettazione di una possibile riforma statutaria e che è stato consegnato ieri al presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti e al vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi. Tocca ora ai cittadini trentini, che avranno a disposizione un sito internet, i social network, incontri sul territorio, tavoli di discussione e bandi per formulare commenti e proposte. «Questa fase partecipativa — sintetizza il presidente Giandomenico Falcon — deve significare una capillarizzazione della discussione sull’autonomia».
Modi e tempi sono stati, in parte, esaminati nella seduta di ieri: cittadini, enti pubblici, associazioni e organizzazioni interessati a dare suggerimenti su come cambiare lo Statuto di autonomia potranno farlo, iscrivendosi, attraverso il sito iopartecipo.riformastatuto.tn.it, che sarà attivo entro le prossime due settimane e consentirà di fornire commenti o proposte per ognuno dei punti salienti individuati dal documento preliminare, base per il processo di partecipazione della cittadinanza. In parallelo saranno organizzati incontri sul territorio di presentazione e discussione e appuntamenti di approfondimento su singole tematiche. «Fra le idee c’è anche l’ipotesi di realizzare dei laboratori sull’autonomia — spiega il vicepresidente della Consulta Jens Woelk — dove si invita la cittadinanza a discutere in tavoli aperti a partire dal documento». Sul modello degli Open space altoatesini. Sul fronte istituzionale, invece, sono previste audizioni a cadenza mensile con la giunta provinciale, i parlamentari trentini, la Commissione dei dodici, rappresentanti della Convenzione di Bolzano.
Ed è proprio con Bolzano, secondo Dorigatti, che si devono «rafforzare i contatti, per un accordo definitivo che ratifichi la Regione»: «In Trentino stiamo guardando a un’ autonomia regionalista e aperta — osserva — e ritengo lungimirante la scelta della Consulta di proseguire i lavori nonostante l’esito del referendum costituzionale: ci consente di costruire un consenso in Trentino condiviso dal popolo e saremo più forti nei confronti di qualsiasi governo arriverà». «In tema di Regione il nostro è un atteggiamento più neutro e positivo, mentre in Alto Adige sappiamo non essere così — evidenzia Woelk a proposito dei contenuti del documento — per questo è importante ragionare sul suo valore aggiunto e chiarire a Bolzano che parliamo di autocoordinamento fra due Province». In tema di risorse si punta a una riforma che dia certezza ai profili finanziari dell’autonomia confermando o introducendo disposizioni nuove che garantiscano, ad esempio, le finanze provinciali «nel caso di una crisi economica locale» o valutino «ulteriori competenze autonome in ambito tributario e fiscale». Per i Comuni è prevista l’introduzione dei principi fondamentali relativi alla loro autonomia.«Per troppo tempo si è confuso l’autonomia con una somma di norme e un salvadanaio dal quale attingere per offrire soluzioni — conclude Olivi — è un capitale sociale che appartiene alla comunità e guai a chi tenta di blandirne gli strumenti per una politica del consenso e delle rendite di posizione».