I CONTROLLI SULLE IMPRESE, BUROCRAZIA DA RIORDINARE
Sono rimasto sorpreso nel leggere che in Trentino, in un anno, ci sono stati 57.000 controlli a fronte di 51.000 imprese attive. Immaginavo che la burocrazia avesse ormai invaso ogni angolo dell’amministrazione, ma mai che il numero degli accertamenti superasse quello delle aziende. Una follia, anche per lo spreco di risorse che comporta mantenere un simile apparato. Adesso si vuole correre ai ripari, stando a quanto si legge; meglio tardi che mai verrebbe da dire. Mi chiedo però se non sia troppo tardi per mettere ordine. Conosco imprenditori che hanno subito una raffica di controlli, molti dei quali erano identici a quelli ricevuti poco tempo prima. L’impressione è che la mano destra non sia a conoscenza di cosa stia facendo la mano sinistra. Il problema, allora, non è quello dei controlli che vanno fatti e anche approfonditi. Deve però esserci comunicazione tra i vari uffici in modo da evitare i doppioni. Un’azienda deve potersi muovere agilmente senza trovarsi nella spiacevole situazione di ripresentare carte già depositate e vagliate. Quando si tornerà a usare il tanto caro buonsenso? Alberto Stefanini, TRENTO
Caro Stefanini,
Il buonsenso è sempre ben accetto, in tutti i campi, quindi pure nella pubblica amministrazione. Va però fatto un distinguo importante: non va visto come uno strumento per aggirare le regole. Certo, queste non devono essere vessatorie, ma utili a mantenere l’ordine in modo da scongiurare scorciatoie che alla fine possono ledere i diritti di tutti.
Nel leggere dei 57.000 controlli rispetto alle 51.000 imprese oggi operanti in Trentino, anch’io sono rimasto sorpreso. Una deriva pericolosa che va invertita al più presto per evitare di ingabbiare le imprese che hanno estrema necessità di muoversi celermente. Il piano messo in campo dalla Provincia per arrivare a ridurre del 20-30% i controlli rappresenta quindi un buon inizio. Va detto, per tranquillizzare i sindacati, che non caleranno gli accertamenti relativi alla sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è di riordinare i rapporti tra uffici. I quali uffici, oggi, comunicando a singhiozzo tra loro, finiscono per recarsi più volte da un imprenditore a chiedere le stesse carte.
Siccome viviamo nell’era della digitalizzazione, la creazione di un registro unico telematico che consente ai vari enti di verificare in tempo reale lo stato dei controlli effettuati su una determinata impresa costituisce un primo, semplice, passo per una burocrazia meno invasiva. Nulla di clamoroso, ma a volte le soluzioni più ovvie sono quelle maggiormente apprezzate e utili a risolvere un problema. C’è da chiedersi, piuttosto, come sia stato possibile andare avanti in tutti questi anni con un’organizzazione così macchinosa. Penso abbia ragione chi ha pronunciato la frase: le vie della burocrazia sono infinite. Meglio allora proiettarsi verso il futuro, alla ricerca di un’ordinaria normalità.