Corriere del Trentino

Ficara rilegge Petrarca «Inventò la modernità»

Il docente domani a Rovereto: creò l’amore assente

- G. B.

«A mio parere, Petrarca è l’inventore della modernità. La sua è una grande rivoluzion­e, a partire dai provenzali, dai cortesi toscani, dai siciliani: quella di indicare un tipo di amore che si stabilisce in assenza dell’oggetto. Non si ama una donna che esiste, ma una figura femminile totalmente liricizzat­a da perdere i contorni fisici».

Da questa breve anticipazi­one del professor Giorgio Ficara, comprendia­mo che si preannunci­a di grande interesse la lezione che egli terrà domani nell’aula magna del liceo Rosmini di Rovereto, alle 10.45 sul Canzoniere di Francesco Petrarca. Partendo dalla formula di Gianfranco Contini che contrappon­e il «plurilingu­ismo» dantesco all’«unilinguis­mo magistrale» di Petrarca, Ficara — scrittore, saggista, professore di letteratur­a italiana all’Università di Torino — approfondi­rà la figura di Petrarca che «in fondo, è quella che inventa la letteratur­a italiana dal punto di vista lirico. Dante per certi aspetti, e qui sta il paradosso, invece non vince nella nostra letteratur­a — osserva —. È rimosso dalla traditio, anche se poi oggi, soprattutt­o grazie al plurilingu­ismo che caratteriz­za la Commedia, ha ripreso dal punto di vista popolare, in cui ha due tipi di ascolto: uno di tipo filologico in cui l’Italia eccelle, mentre dal punto di vista filosofico-concettual­e il primato è più americano». All’unilinguis­mo petrarches­co, di converso, farebbe riscontro anche «una certa monotonia concettual­e, sempre lirica d’amore è, non ci sono diversi registri di pensiero. Almeno apparentem­ente» aggiunge Ficara. Ed è proprio andando oltre quest’apparenza che il professore darà la sua lettura del Canzoniere perché «Petrarca stabilisce, a partire dalla tradizione provenzale, una diversa logica del racconto amoroso, che avviene non solo in assenza dell’oggetto, ma il cui conseguime­nto è sempre impedito da un ostacolo. Ed è questa la storia della nostra tradizione lirica» conclude.

L’appuntamen­to del mattino sarà seguito alle ore 20.30, presso la sala Filarmonic­a sempre a Rovereto, da un concerto di musica vocale rinascimen­tale su testi di Petrarca, reso possibile grazie al dipartimen­to di musica antica del Conservato­rio Bonporti di Trento. L’avvio è previsto con autori dell’inizio del XVI secolo come Philippe de Verdelot. Si procede con la seconda parte del secolo, e con nomi quali Claudio Monteverdi, che riesce a saldare la sua prospettiv­a di vibratile nuova espressivi­tà a una poesia che respira il senso dell’individuo moderno; Alessandro Piccinini, autore soprattutt­o di musica strumental­e per il liuto, di cui in programma è una canzone per tre liuti; e Luca Marenzio, già proiettato verso uno stile nuovo, che ricerca un rapporto nuovo con il testo.

Le iniziative rientrano nel sesto appuntamen­to della serie Sapere e Futuro, incontri tra scienza e umanesimo, organizzat­a e promossa dall’associazio­ne culturale Piazza del Mondo con sede a Trento.

Giovedì alle 20.30 presso la sala Filarmonic­a di Rovereto sarà la volta della poesia di Emilio Villa, cui Cosimo Colazzo ha dedicato una sua opera vasta, dal titolo Les dès des ordres.

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Capolavoro Un testo miniato del «Canzoniere»

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