«Anti-omofobia, testo da rifare»
L’amarezza dell’Arcigay: «Un decalogo che tutela i razzisti». Il Pd: occorre chiarire
L’Arcigay attacca le linee guida per le iniziative antiomofobia nelle scuole, che oggi approderanno in commissione. «Sono un decalogo per le famiglie» attacca il presidente Paolo Zanella. «Punti da chiarire» dice il Pd.
TRENTO «Invece che incentrarsi sulle politiche anti-omofobia, le linee guida sono un decalogo per le famiglie, autorizzate a lasciare a casa i figli quando si parla di contrasto alla discriminazione. Vorrà dire che anche i genitori razzisti potranno fare lo stesso? E i creazionisti, quando a scuola si parla di Darwin?». Paolo Zanella, presidente di Arcigay del Trentino, è un fiume in piena di fronte alla delibera firmata da Ugo Rossi (Corriere del Trentino di ieri).
Mentre l’Upt mostra una condivisione di massima, il Pd si appresta a dare battaglia oggi nella quinta commissione, per apportare alcuni chiarimenti. Il nodo dello scontro potrebbe rivelarsi proprio la giustificazione addotta per non partecipare. «Le ore sono curriculari, quindi in caso di assenza occorrerà fornire una normale giustificazione» precisa Alessio Manica. Ma l’assenso degli alleati alla precisazione non è scontato.
Alta tensione
Il tema delle iniziative di contrasto all’omofobia attraversa la politica trentina come un cavo dell’alta tensione. A far discutere sono adesso i punti principali delle linee guida elaborate dalla giunta provinciale nella delibera che, tra pochi giorni, dovrebbe chiudere una partita aperta nel 2012. Dalla proposta di legge popolare si era arrivati, dopo ostruzionismi e rinunce, alla mozione approvata nel maggio 2016.
Le direttive attuali recepiscono quel dispositivo, ma devono tenere conto anche dell’ordine del giorno votato a giugno nell’ambito della riforma sulla «Buona scuola»: un compromesso bipartisan che impegna la giunta a coinvolgere le famiglie sulle lezioni volte a contrastare le discriminazioni a sfondo omofobico e legate all’identità sessuale e di genere.
Pd nel mirino
Dall’ordine del giorno, a suo avviso «vergognoso», oggi come allora, parte Zanella. «Le linee guida sono il frutto del cedimento al ricatto posto da Borga. Una schifezza votata anche dal Pd».
Quello che non va giù all’associazione è la formulazione della delibera. Nel merito, le linee guida parlano di condivisione preventiva con le famiglie, autorizzano il rifiuto dei genitori, affidano il monitoraggio delle lezioni a Iprase escludendo le associazioni.
«Si poteva concentrare il testo — riprende il presidente Arcigay — sulle politiche di contrasto all’omofobia. Invece, siamo di fronte a un decalogo per le famiglie. Domani allora i genitori razzisti terranno a casa i figli quando si parla di discriminazioni etniche? E lo stesso i creazionisti quando si parla di Darwin? È chiaro a tutti che nessuno diventa gay solo perché a scuola si parla di omosessualità e di inclusione».
Per Zanella, che chiede una riscrittura del testo, le linee guida sono la prova che «il governo provinciale è sotto scacco delle minoranze».
La commissione
Il dibattito si sposta nella quinta commissione, chiamata a dare un parere preventivo. All’interno della maggioranza ci sono sensibilità diverse. Gianpiero Passamani, capogruppo Upt e membro della commissione, ritiene l’impianto «a grandi linee positivo». Nelle file dem sia Lucia Maestri, presidente dell’organismo, che Sara Ferrari, assessora alle pari opportunità, rimangono in silenzio per non condizionare l’esito della riunione.
Ma, da quanto filtra all’esterno, sono intenzionate a ottenere alcuni chiarimenti al testo proposto da Ugo Rossi, in qualità di assessore all’istruzione.
La coalizione
Manica è esplicito: «Il luogo della condivisione è il consiglio di istituto, punto di incontro tra scuola e genitori. Questo aspetto ha creato allarme, lo chiariremo in maniera netta».
Ancora più spinoso si preannuncia il secondo elemento da precisare. La giustificazione per le assenze. «Sono ore curriculari — afferma il capogruppo dei democratici —, dunque servirà una normale giustificazione per le assenze». Il passaggio però non è menzionato nel testo e non è detto che gli alleati la pensino come il Pd. I dem potrebbero trovarsi isolati. «La maggioranza starà nel merito, la commissione ha abbastanza maturità» nota Manica. Parole di avvertimento a Upt e Patt che salgono fino a Rossi.