La politica spiazzata Dellai: «Così si legittima la donna-incubatrice»
Dellai: «Così diventa un diritto individuale». Vendola: pagina importante. La Lega: vergogna
TRENTO Critiche e applausi. La storica sentenza della Corte d’appello di Trento divide la politica. Dellai pone l’accento sulla «volontà di essere genitore che diventa pretesa assoluta», mentre Nichi Vendola in un tweet parla di una «pagina storica per i diritti delle famigliearcobaleno». Strali arrivano anche dalla Lega che parla di una sentenza «vergognosa».
L’ex governatore del trentino, attuale capogruppo parlamentare per l’Italia, Centro Democratico, affida ad una nota il commento sulla pronuncia dei giudici trentini, ma con una premessa. «Rispetto la sentenza, che peraltro riscontra una colpevole carenza della legge italiana — esordisce — ma secondo i giudici la volontà di cura prevale sul legame biologico, sarebbe meglio dire: la volontà di avere comunque un figlio diventa pretesa assoluta, viene qualificata come diritto individuale e non come dono anche di valenza sociale». E ancora: «Legittima una transazione paracommerciale con una donna/incubatrice — dietro pagamento o meno che sia — e tutto ciò prevale sul diritto naturale del bambino a nascere da un padre e da una madre».
L’associazione «Famiglie Arcobaleno» plaude alla decisione della Corte, mentre il presidente di «Scienze e Vita», Alberto Gambino, parla di «una giurisprudenza che supera la legge. I giudici si sa sono anche creativi e in questo caso lo sono stati fin troppo». È della stessa idea Raffaele Calabrò, capogruppo di Ap in commissione Affari sociali alla Camera, che definisce la decisione «l’ennesima sentenza creativa». Dura la parlamentare Paola Binetti (Udc): «La sentenza rivela l’ipocrisia delle unioni civili. Ormai le parole e i concetti sono solo scorciatori per cambiare radicalmente due capisaldi della vita di ognuno di noi: vita e famiglia».
«Congratulazioni ai due papà e grazie di aver messo a disposizione della causa la loro storia» replica, invece, Leonardo Monaco, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti. «La palla ora torna al Parlamento» spiega. Durissimo Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega: «Dal tribunale di Trento è arrivata la vittoria dell’egoismo, dei ricchi che comprano i figli per capriccio. È tremendo realizzare che dopo anni di lotte per l’emancipazione oggi sia possibile accedere al mercato dell’utero in cambio di due soldi. L’ordinanza del tribunale stravolge l’ordine naturale delle cose. I bambini hanno bisogno di una madre e di un padre. Non si possono colmare vuoti esistenziali e di pensiero con l’ultima moda: i figli a pagamento».
Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia, va oltre e accusa i magistrati: «In Italia l’utero in affitto è reato e il nostro ordinamento non prevede le adozioni gay: il lavoro della magistratura italiana è applicare la legge, non scrivere sentenze che la aggirano». È soddisfatta la segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo : «Bene i giudici che superano i limiti della classe politica».