La ricetta di Campagnolo «Dominare i big data imparando dal calcio»
Acquisire le competenze necessarie a destreggiarsi in un mondo pieno di dati attraverso il calcio. «Veicola già messaggi globali — spiega Gian Marco Campagnolo, ricercatore dell’università di Edimburgo — ma ancora non ci siamo accorti della sua capacità di trasmettere nozioni di statistica, matematica, computer science». Insomma, il calcio come mezzo per colmare il gap crescente fra domanda e conoscenza nell’Ict. Campagnolo, membro dell’Alan Turing institute, ne parlerà alle 16 a Povo al termine della giornata inaugurale degli Ict days 2017. L’evento «Big Data: a Game-Changer?», riflessione sull’impatto delle nuove tecnologie sulla società, sarà moderato da Francesco Anesi (Eurac).
A quali nuove frontiere della conoscenza vanno incontro i big data?
«Il loro ruolo nel predire le scelte politiche, di mercato oppure sportive è un territorio ancora inesplorato e dalle grandi potenzialità. I dati, però, ancora non parlano da soli, dunque le possibilità e i limiti della data science sono tutti da capire, perché occorre comprendere tutto il ciclo dei dati, da quando vengono prodotti al momento in cui si li utilizza per prendere decisioni».
In ambito sportivo, dunque, che declinazioni possono assumere i big data?
«Il fascino del loro impiego nello sport, in particolare nel calcio, è la loro capacità di fungere da veicolo per avvicinare sempre più persone alla data science, affrontare il tema del calo degli individui che ricevono un’istruzione nelle discipline Stem e quello dell’aumento del gap fra domanda e conoscenza in ambito Ict».
In che modo il calcio fa da veicolo?
«Il calcio sta diventando sempre più un mondo di dati. In Germania è in vigore una collaborazione tra l’università di Colonia, la federazione calcio tedesca e Sap, una società di software che, in 10 minuti di allenamento, dice di poter ricevere 7 milioni di data point da analizzare: aspetti tattici, motion tracking dei giocatori, della palla, di classificazione delle categorie di azione: aspetti che stanno diventando la guida per il miglioramento della performance sportiva. Si dovrebbe sfruttare l’opportunità del calcio per disegnare delle università dello sport che forniscano le nozioni necessarie alle nuove generazioni e alla nuova società, sempre più fatta di dati».