Park Fiume, appello ambientalista: «Ora si cambi»
Fortini: il consiglio non approvi la variante. Coran: comunque vada c’è un danno da risarcire
La necessità di procedere con una variante urbanistica prima di dare il via libera ai lavori mette nuovamente a rischio il destino del Park Fiume. Da un lato la coop, esasperata dai ritardi, prepara azioni legali. «Comunque vada a finire, il danno c’è stato» sostiene il vicepresidente Francesco Coran. Sul fronte opposto la consigliera di M5S Teresa Fortini lancia un appello al consiglio comunale: «Abbiamo una nuova chance per dire no a un progetto troppo impattante».
Nell’ultima riunione di giunta è stato approvato un promemoria (elaborato dal vicesindaco Christoph Baur in collaborazione con l’avvocatura) che certifica la necessità di procedere con una variante al Puc prima di autorizzare la convenzione per la realizzazione del Park Fiume. Punto più delicato, la deroga dalla distanza minima di dieci metri tra il parcheggio e l’argine. Una scelta, quella di Baur, dettata da «prudenza giuridica» in vista di possibili contenziosi, ma che scontenta la cooperativa promotrice per l’ennesimo prolungamento dei tempi.
«Nel parere inviato al Comune — spiega Coran — avevamo ribadito che a nostro avviso la variante non era necessaria. L’approvazione della delibera del piano parcheggi, unita ai pareri positivi di Bacini montani e commissione edilizia, era garanzia sufficiente. Ma soprattutto, nel 2013 la stessa avvocatura comunale, sentita la Provincia, aveva definito “non necessaria” la variante. Cosa è cambiato da allora?». Coran è severo. «A questo punto, in ogni caso, la coop ha subìto un danno. Se la variante era davvero necessaria, si è perso tempo. Se invece non lo era, si impedisce di fatto la realizzazione di un’opera pienamente legittima». Solo a causa dei ritardi, la coop calcola un danno che si aggira su 1,2 milioni. Inutile dire che, se il consiglio affossasse la delibera con la variante al Puc, la stima del risarcimento salirebbe a cifre astronomiche.
E propria la prospettiva (insperata) di un nuovo voto in consiglio ringalluzzisce il fronte ambientalista. «Chiunque abbia un minimo di buon senso — afferma Fortini — non potrà che essere contrario ad una variante che non tenga conto delle distanze dall’argine e del rischio idrogeologico. L’ appello è da fare a tutti, maggioranza e opposizione, e pure alla coop che ha l’occasione di spostare i propri soci a poche centinaia di metri, nel Park Vittoria, chiedendo un adeguato trattamento compensativo per il lungo, faticoso percorso del Park Fiume, nato sbagliato già dal piano parcheggi». Juri Andriollo (Pd) non ci sta: «Le alternative sono giù state scartate dai soci, che hanno adeguato il progetto alle richieste del Comune. Meglio fare bene che non fare».
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