L’amore è natura morta
Galleria Accart, da venerdì c’è Julia Krahn con «Song Song Stills» In mostra scatti che rileggono il Cantico dei cantici in chiave moderna
La materia del Cantico dei cantici occupa una posizione a sé all’interno della Bibbia: il tema trattato come noto è l’amore, che ovviamente troviamo in molti punti del testo religioso, però lo stile di questo scritto lo rende unico all’interno dell’Antico testamento, opera nella quale pure non mancano storie d’amore, anche ricche di passione.
La dichiarazione, la descrizione dei sentimenti e delle sensazioni provati per l’amata si tinge di toni sensuali e romantici, rendendolo un passo che da sempre affascina il mondo dell’arte. Pittori, scultori, poeti, autori, da secoli trovano nello scritto una fonte d’ispirazione inesauribile in tema d’amore (tra i tanti esempi possibili, memorabile l’illustrazione fattane da Marc Chagall).
Non stupisce quindi che ancora oggi, gli artisti trovino nel testo spunti per esprimere sensazioni, che del resto sono senza tempo, come la forza dei sentimenti e il fuoco della passione.
Anche Julia Krahn, per il ciclo protagonista della mostra Song Song Stills ospitata alla galleria Antonella Cattani contemporary art di Bolzano, si è rivolta al Cantico dei Cantici per restituirne un’interpretazione tutta personale che trova espressione nel medium prediletto dall’artista tedesca, la fotografia.
Ne nasce un ciclo di opere che si affida al genere della natura morta, con il rigore e l’equilibrio formale che sono tipici degli scatti di quest’artista. I soggetti prescelti, prelevati direttamente dalla realtà, vengono trattati con un approccio che fa tesoro delle lezioni compositive offerte dalla storia dell’arte, ma se in fotografie come
Granat del 2016, possiamo arrivare a sentire gli echi perfino della pittura di Caravaggio, Krahn restituisce un’interpretazione del tema della natura morta del tutto contemporanea. Frutti, elementi presi dal mondo animale o dalla vita quotidiana, apparentemente banali e poveri di potenziale poetico, vengono trattati in modo tale da arricchirli di valenza simbolica e potere evocativo.
L’artista originaria di Jülich in Germania, utilizza la fotografia per comporre immagini di grande sapienza compositiva. Gli elementi tratti dalla realtà vengono presentati con un approccio frammentante, che li astrae dal contesto e dal tempo, per sospenderli in immagini ricche di poesia, nelle quali la sapienza compositiva accompagna quella cromatica.
Gli sfondi blu intenso di alcuni scatti, rimandano al blu oltremare fatto di lapislazzuli della tradizione pittorica più pura. In questo ciclo in particolare, i fondali non giocano certo un ruolo secondario all’interno dell’immagine, combinandosi in modo indissolubile con gli altri elementi della composizione.
La mostra che si aprirà ufficialmente con il vernissage di venerdì, riporta nella galleria di via Rosengarten la ricerca dell’artista che vive e lavora a Milano, dopo averla presentata nell’ambito della mostra Lilies and linen, ospitata nel 2012. Epoche e suggestioni, ispirazioni tratte dalla storia dell’arte, dalla letteratura, dalla religione, si intrecciano nel lavoro di Julia Krahn, tradotte attraverso un linguaggio estremamente efficace e diretto, che chiama in causa l’osservatore, coinvolgendolo in un ruolo attivo, che l’artista invita a svolgere alla ricerca della bellezza, quella che come sottolinea, «nasce nel nostro sguardo».
La scelta da parte di Krahn del mezzo fotografico quale strumento espressivo privilegiato, rientra all’interno della volontà di forte coinvolgimento dello spettatore che, di fronte a uno scatto, generalmente assume un atteggiamento diverso rispetto a quello che avrebbe di fronte ad esempio a un dipinto, un video, una scultura o a qualsiasi altro medium tra i tanti a disposizione dell’arte contemporanea.
Di fronte a una fotografia spesso abbassiamo le nostre barriere concettuali, per ritrovarci il più delle volte ad osservare quella che ingenuamente interpretiamo come una porzione di realtà. Julia Krahn conosce molto bene il potere della fotografia e lo utilizza come strumento per condurre l’osservatore all’interno del proprio universo creativo.
La carriera di Krahn comincia a brillare nel 2008 quando viene invitata a partecipare alla Biennale di Theran e vince il Premio San Fedele, Milano e il Premio de Fotografìa de Ccm di Barcellona. Nel 2009 riceve la Special mention per il premio the Tequila Cuervo Centenario Award for emerging artists, Città del Messico. Risale al 2011 la sua prima personale a Milano Angelus Militans / Nunc Instantis; nel 2013 inaugura la sua personale Lilies and Linen presso la galleria Accart. Nell’ultimo biennio 2014-’15 si intensifica l’attività espositiva con partecipazioni e mostre personali presso istituzioni e musei tra cui Woman, Mother, Idol, Landesmuseum Hannover, Last Supper, Fondazione Stelline, Milano.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 aprile.