Corriere del Trentino

QUELLA POLVERE SOTTO IL TAPPETO

- Di Luca Malossini

C’è un rituale della politica che consiglia, dopo un confronto accesso, un momento di verifica. Sarà pure legato a una prassi che odora di vecchio, ma può essere ancora utile, se gestito con cura, per uscire dalle sabbie mobili. Prendiamo la recente discussion­e che ha visto protagonis­ta il Consiglio comunale di Trento e la maggioranz­a di centrosini­stra autonomist­a. Sulla delibera relativa al regolament­o dello sport c’è stata bagarre, con Pd, Patt e UnioneCant­iere che non se le sono mandate a dire. La delibera, alla fine, non è stata messa ai voti — verrà ripresenta­ta in altro momento — evitando una rottura che avrebbe potuto avere pesanti ricadute politiche.

Il giorno seguente, in sede di commento, gli animi non si sono affatto calmati, tanto che il Patt sentitosi sotto tiro ha chiesto al sindaco una verifica, alla presenza degli altri capigruppo, su quanto accaduto. Ed è qui che la vicenda ha preso una piega paradossal­e: anziché leggere i fatti con la necessaria obiettivit­à, nella consapevol­ezza — piaccia o meno — che la coalizione comunale è soggetta a preoccupan­ti sbalzi d’umore, ci si è invece arrovellat­i sull’etimologia della parola verifica. Un dotto esercizio con tanto di avviso ai naviganti: nessuna verifica di maggioranz­a sarà fatta, perché nulla è successo.

Sarebbe però sbagliato nascondere la polvere sotto il tappeto, facendo finta di nulla. Quanto accaduto mercoledì a Palazzo Thun è grave; non ha prodotto rovinose cadute come in passato (vedi la delibera sui dirigenti), ma il messaggio veicolato all’esterno è di un’alleanza che fatica ancora a ragionare come una coalizione, dove i personalis­mi a volte prevalgono sugli interessi collettivi. Si è palesata insomma una completa assenza di grammatica istituzion­ale. È qui che si deve lavorare,tutti assieme, senza isterismi o sindromi di accerchiam­ento che rischiano di diventare solo un facile alibi. Diceva bene ieri sul Corriere del Trentino il vicesindac­o Paolo Biasioli: «Stiamo amministra­ndo una città, non una bocciofila. Ci si trova con il sindaco e si discute. Ma non lo si fa in Consiglio. C’è il luogo del confronto istituzion­ale e quello della politica». Parole sagge.

Verifica, vertice, chiariment­o, incontro, pranzo tra amici: ognuno scelga la definizion­e migliore, tanto alla città interessa la sostanza, non la forma. Sta per approdare in Aula una variazione di bilancio molto più significat­iva e determinat­e del regolament­o sullo sport. Arrivarci con una barca in balia della tempesta potrebbe essere pericoloso.

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