PROTONTERAPIA, LE TARIFFE E LA POLITICA DEGLI ANNUNCI
Ritengo alquanto imbarazzante la vicenda che ho letto in riferimento a Protonterapia (Corriere del Trentino di ieri). Il fatto mi interessa — ecco perché ho deciso di scrivere al giornale — in quanto ho dei conoscenti che sarebbero interessati alle cure. Vorrei allora avere chiarezza nel merito della questione, in quanto nei giorni scorsi altri articoli di giornale, sia locali sia nazionali, davano per assodato il rimborso delle prestazioni attraverso la pubblicazione dei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza). Mi chiedo come sia possibile assistere a un balletto di dichiarazioni così altalenante. Un giorno si afferma che è tutto deciso, un altro che bisogna aspettare ancora in quanto ci si è dimenticati di fissare il costo delle prestazioni. Se fosse veramente così, qualcuno dovrebbe chiedere pubblicamente scusa. Probabilmente non ci si rende conto che molte persone stanno aspettando la definizione tariffaria per sottoporsi alle cure. Un trattamento che non è certo una passeggiata. A mio avviso un po’ di serietà in più non guasterebbe. è poco da aggiungere a quanto abbiamo scritto ieri: non sono state fissate le tariffe e quindi le cure di Protonterapia, in riferimento ai pazienti che non provengono dalle regioni con le quali il Trentino ha stretto delle collaborazioni, devono essere rinviate a data da destinarsi. Va rilevato che in questo caso la Provincia subisce la situazione, visto che è il ministero il responsabile dell’inghippo. Ciò premesso, si sta comunque cercando di aggirare l’ostacolo trovando una soluzione provvisoria in modo da superare l’impasse. Nell’era della politica degli annunci, dove prima si parla e dopo si verifica, è facile scivolare sulla classica buccia di banana.
Un’ultima annotazione che, se vogliamo, è l’emblema dell’Italia di oggi. Una settimana fa sulla Gazzetta Ufficiale sono spuntate le norme transitorie secondo cui «le disposizioni in materia di assistenza specialistica ambulatoriale (tra cui anche Protonterapia) entrano in vigore dalla data di pubblicazione di un futuro decreto». Tale decreto dev’essere emanato «dal ministro della Salute di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sentita l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano» e deve servire a definire «le tariffe massime delle prestazioni previste dalle medesime disposizioni». Alzo bandiera bianca: quando la burocrazia ci si mette sa essere veramente micidiale.