Durnwalder va dalla Lega «I tempi sono maturi per due Regioni autonome»
Kaswalder Ho chiesto a Luis di candidarsi nel mio futuro movimento Fugatti Walter? Ci ha mostrato vicinanza. Per le elezioni vedrà lui L’ex presidente Il Terzo statuto fisserà nuove certezze La debolezza di Gentiloni e lo spettro del M5s non facilitano l’intervento
TRENTO La vera domanda che Trento e Bolzano devono porsi, ora che i lavori per la revisione dello Statuto di autonomia sono a un momento di svolta visto il referendum di dicembre e il cambio di governo, è come trovare un sistema di coordinamento fra le due province alternativo rispetto alla Regione. Parola di Luis Durnwalder, secondo il quale la Regione è ormai un guscio svuotato di potere: «I governatori siano garanti della collaborazione fra Trento e Bolzano». Anche senza riforma costituzionale, la revisione dello Statuto rimane per Durnwalder l’occasione di chiarire i rapporti fra Stato e Province autonome su varie competenze: Si tratta però di «politiche delicate, che un governo debole come quello di Gentiloni e lo spettro di un esecutivo 5 stelle non aiutano a gestire».
La revisione dello Statuto «servirà a riordinare ciò che è poco chiaro nei rapporti fra Roma e il Trentino-Alto Adige — spiega l’ex governatore altoatesino — nuove competenze come ambiente, energie rinnovabili e telecomunicazioni richiedono una autonomia legislativa e amministrativa senza lacune interpretative». I governatori Rossi e Kompatscher, nell’avanzare richieste a Roma, dovrebbero «fare come quando si scrive a Gesù bambino: chiedere un po’ di più di quello che si spera di ottenere, ma fornire al tempo stesso un ventaglio di alternative più modeste». L’opera dei governatori di Trento e Bolzano rimane comunque vincolata alla contingenza politica, che «è molto cambiata negli anni e ha bisogno che le due province parlino all’unisono con il resto del Paese».
A tal proposito l’ipotesi di rafforzare o conservare la Regione appare insensata a Durnwalder. «Trento e Bolzano devono stare unite attraverso strumenti istituzionali veri. La Regione ormai è senza poteri decisionali, uno spreco di denaro. Oggi le competenze sono provinciali e la mediazione va cercata fra chi ha potere effettivo». I trentini farebbero male, però, a temere una fuga in avanti di Bolzano nel caso della scomparsa della Regione: «È vero che Bolzano è in una situazione particolare, con tre minoranze linguistiche e due minoranze etniche, ma la cooperazione non è utile solo al Trentino: Per gestire il vento che soffia da Roma serve un’azione coordinata. È ora che si inizi a parlare di due Regioni autonome, invece che di Province autonome».
Su diversi temi però Trento e Bolzano sembrano avere tempi e modi differenti. La redistribuzione dei migranti, ad esempio, stenta a decollare in Alto Adige. «Bolzano ha perso troppo tempo cercando di andare incontro alle richieste di tutti i Comuni in tema di immigrazione — critica Durnwalder — ci vuole un’azione decisa che faccia partire un progetto di accoglienza sul territorio». L’ex governatore vede invece Rossi e Kompatscher andare a braccetto sulla questione dei vitalizi dei consiglieri provinciali in pensione: «È assurdo che i governatori parlino di ridurre i costi della politica e vogliano intaccare i diritti acquisiti di chi ha versato i dovuti contributi, mentre la classe politica attuale viene risparmiata».
Invitato alla scuola di politiche della Lega nord trentina, Durnwalder sostiene che «un’Italia federale farebbe la fortuna delle sue regioni». Il primo a tessere le lodi dell’ex governatore, introducendone l’intervento, è Walter Kaswalder: «Il Trentino ha bisogno di uomini con la visione a lungo termine che Durnwalder ha dimostrato di avere». Il consigliere espulso dal Patt era all’incontro su invito di Maurizio Fugatti: «Kaswalder ci ha dimostrato vicinanza — spiega il segretario leghista — in vista delle elezioni, deciderà lui». Ma l’ex autonomista ribadisce: «Lavorerò ad una mia lista, ho chiesto a Durnwalder di candidarsi. Vedremo».