Quartiere attonito: «Impossibile spiegare»
Una barista: passeggiavano nel parco. Lo studente: ho visto i bimbi tante volte
TRENTO «Cos’è successo?» domanda chi passa. Sono studenti che lasciano la Buk o vi si recano, lavoratori che hanno da poco staccato per la pausa pranzo e sono ancora ignari dell’abisso accanto al quale stanno camminando. Venuti a sapere dell’accaduto qualcuno preferisce tirare dritto dopo aver mostrato il proprio sgomento, altri si fermano per saperne di più. Al salone di bellezza aperto proprio accanto all’ingresso del civico 7 di via della Costituzione si continua a lavorare mentre si racconta di quella «famiglia bellissima». «Li vedevo uscire di casa, passeggiare per il parco» raccontano al bar dietro casa, dove Gabriele e la moglie si recavano di tanto in tanto a bere un caffè. «Questa cosa mi ha sconvolta» commenta una dipendente: «Sono cosa a cui è impossibile dare una spiegazione — prosegue — E pensi che se capita a una persona così, normale, allora può capitare a chiunque». Mentre il tempo trascorre, la notizia si diffonde e insieme a essa i dettagli sull’accaduto. «Io non capisco cosa scatti nella testa di una persona per compiere un gesto simile» si interroga una vicina di casa mentre fuori dal bar chiacchiera con un’amica. «Non li conosco bene, ci salutiamo appena — prosegue — Però mi sembravano una famiglia tranquilla, lui teneva i bambini come farebbe chiunque».
Di fronte, all’edicola del quartiere, i coniugi si vedevano poco «perché non fumavano» racconta un commesso. Chi si reca più frequentemente è invece il nonno materno: «Viene spesso — raccontano — Acquista un pacchetto di sigarette per sé e le caramelle per i bambini».
I signori Failla-Unterweger, però, non hanno alcuna voglia di parlare. Le tende verdi antisole è abbassata e anche la porta del terrazzo, che si affaccia sul cortile interno e da cui si può vedere facilmente l’appartamento della figlia e del genero, resta chiusa. Per terra un costumino camouflage.
«Quei bambini li avrò visti un milione di volte» racconta esterrefatto uno studente che si affaccia dal terrazzo dirimpetto a quello dell’appartamento della famiglia SorrentinoFailla. «Entravano e uscivano sul terrazzo — prosegue — Due bambini allegri, che giocavano, come tutti».