Ciao angioletti Le lacrime delle mamme
Allo studio un’iniziativa in memoria dei piccoli. Psicologi a scuola
«Due angioletti»: così chi conosceva Alberto e Marco descrive i bimbi. Ieri all’asilo grande commozione tra le mamme. Allo studio un’iniziativa in memoria dei piccoli. A scuola gli psicologi.
TRENTO «Due angioletti». Così le mamme dei compagnetti di scuola materna di Alberto, il bimbo più grande dei Sorrentino, lo ricordano con il fratello Marco, di due anni e mezzo.
Quest’ultimo avrebbe dovuto iniziare a settembre a frequentare lo stesso asilo del fratello, a cui sarebbe però già stato iscritto. «Alberto invece era a scuola con le mie bambine, era un medio nella stessa sezione» racconta una mamma, la signora Cristiana. La commozione è sensibile nella sua voce: «È stato pazzesco stamattina (ieri, ndr) arrivare a scuola. C’erano gli psicologi della scuola e dell’emergenza e le maestre con gli occhi rossi. D’altra parte fanno un po’ da mamme ai bambini, li abbracciano, li consolano». «Quando mi hanno detto quello che era successo ad Alberto sono crollata — prosegue la mamma — La mia figlia maggiore mi nominava spesso Alberto, un bambino dolce, carino, un angioletto. Lo dico davvero, era angelico: un tesoro di bimbo, buono, mai agitato. Vedevo il papà che lo portava a scuola tutte le mattine con nel passeggino Marco. Dava l’impressione di una persona molto seria. Non passava inosservato per il suo aspetto fisico, corpulento e molto impettito. Era una persona schiva, non di tante parole. Ma un papà molto attento e affettuoso. Mi colpiva la velocità che aveva nell’operazione di saluto del bambino. Mi dicevo: “Guarda che bravo Alberto”.
Anche un’altra mamma, la signora Paola, ricorda il piccolo Alberto e il fratellino Marco all’asilo: «Li vedevo quando il papà li veniva a prendere. Alberto c’era anche a una festa di compleanno, era un bimbo come tanti. Il papà era molto riservato».
Ieri mattina alla scuola materna frequentata dal piccolo Alberto i genitori e gli insegnanti si sono riuniti con gli psicologi per capire come affrontare il brutto momento, se e come far capire ai piccoli alunni la tragedia che è avvenuta lunedì mattina. Un passaggio difficile per tutti. «Già oggi, al momento di uscire in fila per due, l’amichetto che faceva coppia con Alberto ha detto: “Non ho il mio compagno”», racconta una mamma. L’incontro è stato poi aggiornato a fine settimana, appuntamento al quale parteciperanno sempre il personale della scuola e quello di supporto. E in cui i genitori e gli insegnanti penseranno anche a come ricordare quei due bimbi che tanti sorrisi hanno regalato anche a loro.