Rose e un angelo di carta: l’addio della città
Lorenzo depone un mazzo di fiori: «Ho una sorella della loro età»
TRENTO «L’evento mi ha scosso molto. Davvero tanto. Ho pensato potesse essere un bel gesto e sono contento che anche altri abbiano avuto la mia stessa idea». Lorenzo ha appena concluso il breve momento di raccoglimento con cui ha accompagnato la deposizione di un mazzetto di fiori di campo davanti alla porta d’ingresso del civico 17 di via della Costituzione, a Le Albere.
Accanto ai suoi ce ne sono degli altri: una rosa bianca sistemata nelle prime ore della mattina e, sopra la cassetta delle lettere, un mazzo più grande fatto di fiori gialli avvolti in un foglio arancione deposto nel pomeriggio, altre due rose bianche lasciate intorno alle 19 da una coppia e un piccolo bigliettino di carta a forma d’angelo appoggiato lì da un gruppo di giovani ragazze.
«Ho una sorella che ha più o meno la stessa età di quei bambini e quando ho sentito quello che era successo sono rimasto molto colpito» continua a spiegare Lorenzo. Il giovane ragazzo è uno studente fuori sede, al primo anno di Lettere.
Nel capoluogo trentino si è trasferito da qualche mese dopo essere partito dal suo paese situato nella zona del Garda bresciano.
Di studenti come Lorenzo ieri ne sono passati tanti di fronte a quel portone in vetro. Ragazzi che hanno attraversato Le Albere per raggiungere la Buk e andare a studiare, tra una lezione e l’altra o alla fine del corso.
Altri hanno percorso la via centrale di quel lussuoso quartiere per stendersi al parco e godersi il sole o giocare a frisbee accanto a chi ha portato a passeggio il cane o ha fatto dondolare sull’altalena i propri bambini. Di tutti questi, pochissimi si sono fermati. Molti hanno indicato quel portone sottolineando a bassa voce al compagno di passeggiata: «Qui». Quasi tutti, istintivamente ma furtivamente, hanno alzato il naso alla terrazza del terzo piano.