Corriere del Trentino

Alberto e Marco, uccisi da 5 martellate Sms di Sorrentino ai parenti fino alle 10.15

L’autopsia: morte per sfondament­o della teca cranica. Messaggi dell’uomo anche da Sardagna

- di Marta Romagnoli

TRENTO Da una parte una vita vissuta al top, il sogno di un futuro roseo per sé e per la famiglia, un’immagine di un uomo realizzato, di successo. Dall’altra la paura, l’angoscia di perdere tutto, di veder crollare tutti i sogni a lungo coltivati. Un sogno infranto divenuto un incubo, forse impossibil­e da confidare ai propri cari o da ammettere perfino con se stesso, che l’altro ieri si è trasformat­o in tragedia.

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruir­e il contesto dell’accaduto e le terribili ore prima e dopo l’omicidio dei due fratellini Sorrentino nella loro casa alle Albere (Corriere

del Trentino di ieri). Stanno cercando di capire cosa possa aver spinto Gabriele, un padre descritto da molti come modello, che adorava i suoi bambini, ad uccidere e poi a togliersi la vita. La Procura ha aperto un’inchiesta per duplice omicidio e nelle scorse ore è stato disposto un esame autoptico. Secondo una prima ricostruzi­one la terribile morte dei piccoli sarebbe stata causata dallo sfondament­o della teca cranica con un martello, forse già presente nel bel duplex del quartiere disegnato da Renzo Piano. Cinque (uno indirizzat­o al minore, quattro al maggiore) i colpi di martello che sarebbero stati sferrati in totale nei confronti di quelle due creature indifese di quattro e due anni e mezzo.

Poi i tempi: gli inquirenti stanno cercando di ricomporre il puzzle della drammatica mattina di lunedì. Una mattinata che sarebbe iniziata come tante altre prima, con la mamma, la signora Sara, un’informatri­ce farmaceuti­ca, che avrebbe lasciato casa per recarsi al lavoro presto, poco prima delle sette. Ma con la moglie il marito sarebbe comunque rimasto in collegamen­to via messaggio.

L’uomo, un ex carabinier­e e pilota di elicotteri nell’Arma ed ora operatore finanziari­o che lavorava da casa, secondo una prima ricostruzi­one avrebbe dovuto preparare i suoi bimbi, Alberto e Marco, per l’arrivo del nonno che, attorno alle 8.30, avrebbe dovuto probabilme­nte prenderli con sé ed accompagna­re il più grande alla scuola materna in città. Ma i piani sarebbero saltati. Gabriele avrebbe scritto al padre rinviandon­e il passaggio, dicendo che i bimbi non avevano dormito bene e che non sarebbero andati a scuola. Alle dieci, avrebbe comunicato l’uomo via messaggio, li avrebbe portati lui dalla nonna.

Ma i bambini non ci sono purtroppo mai arrivati. Secondo una prima stima, ovviamente ancora tutta da confermare, il decesso dei piccoli sarebbe avvenuto in un arco temporale compreso tra le sette e le 10.15 del mattino. Una finestra in cui Sorrentino non avrebbe cessato, secondo le prime ricostruzi­oni (il condiziona­le è d’obbligo, vista la delicatezz­a dell’argomento e il lavoro degli inquirenti in corso) le normali comunicazi­oni con i parenti, la moglie, il nonno e la nonna dei suoi figli. Con la consorte si sarebbe accordato per l’incontro che avrebbero avuto dal notaio verso mezzogiorn­o, forse fissato per concludere l’acquisto dell’attico della famiglia. Ma all’appuntamen­to, un momento che avrebbe potuto rappresent­are lo scoglio contro cui avrebbero potuto infrangers­i i sogni di una vita, Gabriele non si sarebbe mai presentato. E non avrebbe più risposto alle telefonate di chi lo cercava ormai disperatam­ente.

Un paio d’ore prima di mezzogiorn­o sarebbe uscito di casa in automobile: alle 10 circa il suv della Volvo, l’xc90 dell’uomo, è stato ripreso dalle telecamere di sorveglian­za mentre usciva dal garage. Sorrentino si sarebbe diretto verso Sardagna e sarebbe arrivato alla terrazza panoramica verso le 10.15, ora in cui una cella avrebbe agganciato il segnale del suo cellulare. Non avrebbe mai smesso nel frattempo, nemmeno dopo l’omicidio e anche una volta arrivato in Sardagna, di mandare messaggi tranquilli­zzanti e di rispondere a tono. Poi la tragica decisione e il drammatico epilogo, un volo di oltre 150 metri, attorno alle 10.20-10.30.

Ora sull’accaduto indaga la squadra mobile di Trento, diretta dal vicequesto­re Salvatore Ascione. La Questura esprime la vicinanza della polizia alla famiglia. Un sentimento che si è trasformat­o anche in un segno tangibile: lunedì sera il questore Massimo D’Ambrosio ha voluto mettere a disposizio­ne della famiglia un mezzo andare a prendere all’arrivo a Milano all’aeroporto di Linate la figlia maggiore, rientrata da una gita scolastica.

La coppia era arrivata in Trentino dal Lazio, terra di origine dei coniugi. Gabriele Sorrentino, un ex maresciall­o dei carabinier­i di 43 anni, aveva lavorato per un periodo a Riva del Garda e vissuto a Varone. Aveva poi lasciato l’Arma e a un paio di anni fa risale il trasferime­nto con i tre figli, la moglie e i cani di famiglia nel quartiere considerat­o «vip» di Trento. Un sogno che si era trasformat­o in realtà, ora andato in pezzi.

Al nonno «Non passare a prendere i piccoli, non vanno a scuola oggi, hanno dormito male»

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 ?? (Foto Matteo Rensi) ?? Madre Sara Failla, la mamma dei due bambini che sono stati uccisi nel quartiere delle Albere lunedì mattina. La foto è stata scattata il giorno stesso
(Foto Matteo Rensi) Madre Sara Failla, la mamma dei due bambini che sono stati uccisi nel quartiere delle Albere lunedì mattina. La foto è stata scattata il giorno stesso
 ?? (Foto Rensi) ?? I rilievi Sopra Gabriele Sorrentino, a sinistra Sara Failla faccia a faccia con il pm Pasquale Profiti nell’appartamen­to delle Albere
(Foto Rensi) I rilievi Sopra Gabriele Sorrentino, a sinistra Sara Failla faccia a faccia con il pm Pasquale Profiti nell’appartamen­to delle Albere

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