Biasioli rilancia l’integrazione tra quartiere e città
Occupato il 33% delle case e il 75% dei negozi
TRENTO L’attico di lusso su due piani, le difficoltà economiche nascoste a tutti, il doppio infanticidio-suicidio. «Poteva succedere ovunque», dice Severino Rigotti, presidente degli immobiliaristi Fimaa. Nella memoria collettiva di Trento, però, la tragedia di lunedì mattina si è già iscritta come «il delitto delle Albere». Mentre medita sul dramma incommensurabile di una famiglia distrutta, la città torna a fare i conti con il quartiere «Vip» che non ha ancora imparato ad amare. L’orrore che si è consumato al numero 17 di via della Costituzione non aiuterà a rafforzare il feeling. «Ma l’integrazione con il centro storico continuerà — dice il vicesindaco Paolo Biasioli — Gli accostamenti di chi in queste ore parla di quartiere sfortunato, per non dire di peggio, sono molto, molto fuori luogo».
La società
Dopo l’uccisione dei due fratellini per mano del papà Gabriele Sorrentino, Castello Sgr, che gestisce il fondo immobiliare Clesio, proprietario del quartiere progettato da Renzo Piano, si limita a una breve comunicazione: «Castello Sgr ha messo a disposizione della Procura tutti gli elementi richiesti dagli inquirenti, verso i quali c’è la massima collaborazione». Pendenze verso la proprietà, spese sostenute e da sostenere: anche grazie a quei dati la Procura ha iniziato a ricostruire il quadro finanziario in cui si colloca la tragica vicenda dell’ex carabiniere.
I numeri
A pochi metri dal luogo del delitto, decine di ragazzini in gita scolastica entrano al Muse. Di giorno il quartiere trasmette un’energia che si perde con il calare della sera. Secondo i dati aggiornati, alle Albere gli appartamenti occupati (tra acquisti e affitti) sono oggi di poco superiori a un terzo. Per quanto riguarda invece il comparto commerciale, rimane libero meno di un quarto degli spazi. Qualche anno fa, di fronte alla risposta tiepida dei trentini verso gli appartamenti disegnati da Piano, si era ventilata l’ipotesi (poi smentita dalla Provincia) perfino di un acquisto pubblico per collocare alle Albere appartamenti Itea. Il progetto di riqualificazione dell’area, favorito dall’amministrazione pubblica e operato da investitori privati, ha sempre fatto discutere e il delitto di via della Costituzione ha riportato alla luce il controverso rapporto del quartiere con la città.
«Ricordiamoci — dice Biasioli — che la riqualificazione delle Albere ha restituito alla città undici ettari, di cui cinque destinati a parco, e due a strade e servizi. Il Muse richiama mezzo milione di visitatori l’anno, la nuova Biblioteca universitaria centrale è molto frequentata, c’è un hotel che lavora bene. L’alternativa a tutto questo sarebbe un’area abbandonata dove albergherebbero persone senza dimora», dice Biasioli. L’amministrazione comunale rilancia l’integrazione del quartiere nella città: «Stiamo lavorando ai collegamenti con il centro storico, il prossimo sarà il prolungamento di via Perini, i cui lavori inizieranno nel 2018», aggiunge il vicesindaco con delega all’urbanistica. «Certo — ammette Biasioli — ci si aspettava che il quartiere sarebbe stato occupato più in fretta, ma l’investimento è stato concepito nel 1998 e nel frattempo è cambiato il mondo. Serviranno tempi più lunghi».
Il futuro
Per Rigotti «il quartiere si sta popolando, nonostante sia nato in un momento sbagliato, nel pieno della crisi. Ma il tempo darà ragione a chi ha investito e anche le Albere saranno integrate a tutti gli effetti nel tessuto urbano di Trento. Serve pazienza».
Castello Sgr «Caso Sorrentino, abbiamo fornito alla Procura tutti gli elementi» Vicesindaco Chi parla di zona sfortunata dice cose molto fuori luogo Agente immobiliare Quel fatto sarebbe potuto accadere ovunque