Corriere del Trentino

Biasioli rilancia l’integrazio­ne tra quartiere e città

Occupato il 33% delle case e il 75% dei negozi

- Alessandro Papayannid­is

TRENTO L’attico di lusso su due piani, le difficoltà economiche nascoste a tutti, il doppio infanticid­io-suicidio. «Poteva succedere ovunque», dice Severino Rigotti, presidente degli immobiliar­isti Fimaa. Nella memoria collettiva di Trento, però, la tragedia di lunedì mattina si è già iscritta come «il delitto delle Albere». Mentre medita sul dramma incommensu­rabile di una famiglia distrutta, la città torna a fare i conti con il quartiere «Vip» che non ha ancora imparato ad amare. L’orrore che si è consumato al numero 17 di via della Costituzio­ne non aiuterà a rafforzare il feeling. «Ma l’integrazio­ne con il centro storico continuerà — dice il vicesindac­o Paolo Biasioli — Gli accostamen­ti di chi in queste ore parla di quartiere sfortunato, per non dire di peggio, sono molto, molto fuori luogo».

La società

Dopo l’uccisione dei due fratellini per mano del papà Gabriele Sorrentino, Castello Sgr, che gestisce il fondo immobiliar­e Clesio, proprietar­io del quartiere progettato da Renzo Piano, si limita a una breve comunicazi­one: «Castello Sgr ha messo a disposizio­ne della Procura tutti gli elementi richiesti dagli inquirenti, verso i quali c’è la massima collaboraz­ione». Pendenze verso la proprietà, spese sostenute e da sostenere: anche grazie a quei dati la Procura ha iniziato a ricostruir­e il quadro finanziari­o in cui si colloca la tragica vicenda dell’ex carabinier­e.

I numeri

A pochi metri dal luogo del delitto, decine di ragazzini in gita scolastica entrano al Muse. Di giorno il quartiere trasmette un’energia che si perde con il calare della sera. Secondo i dati aggiornati, alle Albere gli appartamen­ti occupati (tra acquisti e affitti) sono oggi di poco superiori a un terzo. Per quanto riguarda invece il comparto commercial­e, rimane libero meno di un quarto degli spazi. Qualche anno fa, di fronte alla risposta tiepida dei trentini verso gli appartamen­ti disegnati da Piano, si era ventilata l’ipotesi (poi smentita dalla Provincia) perfino di un acquisto pubblico per collocare alle Albere appartamen­ti Itea. Il progetto di riqualific­azione dell’area, favorito dall’amministra­zione pubblica e operato da investitor­i privati, ha sempre fatto discutere e il delitto di via della Costituzio­ne ha riportato alla luce il controvers­o rapporto del quartiere con la città.

«Ricordiamo­ci — dice Biasioli — che la riqualific­azione delle Albere ha restituito alla città undici ettari, di cui cinque destinati a parco, e due a strade e servizi. Il Muse richiama mezzo milione di visitatori l’anno, la nuova Biblioteca universita­ria centrale è molto frequentat­a, c’è un hotel che lavora bene. L’alternativ­a a tutto questo sarebbe un’area abbandonat­a dove alberghere­bbero persone senza dimora», dice Biasioli. L’amministra­zione comunale rilancia l’integrazio­ne del quartiere nella città: «Stiamo lavorando ai collegamen­ti con il centro storico, il prossimo sarà il prolungame­nto di via Perini, i cui lavori inizierann­o nel 2018», aggiunge il vicesindac­o con delega all’urbanistic­a. «Certo — ammette Biasioli — ci si aspettava che il quartiere sarebbe stato occupato più in fretta, ma l’investimen­to è stato concepito nel 1998 e nel frattempo è cambiato il mondo. Serviranno tempi più lunghi».

Il futuro

Per Rigotti «il quartiere si sta popolando, nonostante sia nato in un momento sbagliato, nel pieno della crisi. Ma il tempo darà ragione a chi ha investito e anche le Albere saranno integrate a tutti gli effetti nel tessuto urbano di Trento. Serve pazienza».

Castello Sgr «Caso Sorrentino, abbiamo fornito alla Procura tutti gli elementi» Vicesindac­o Chi parla di zona sfortunata dice cose molto fuori luogo Agente immobiliar­e Quel fatto sarebbe potuto accadere ovunque

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(foto Rensi) Inaugurato nel 2013 Il quartiere delle Albere
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