Corriere del Trentino

«Non è colpa della società, giustifica­zioni sbagliate»

La sociologa Saraceno: «È mancata l’assunzione di responsabi­lità rispetto ai propri errori»

- Erica Ferro

TRENTO Alla famiglia ha dedicato studi importanti nel corso della sua carriera, ma di fronte alla tragedia che ha colpito quella di Gabriele Sorrentino, che lunedì ha ucciso i suoi due figli più piccoli prima di togliersi la vita, è senza parole: «Non ho una spiegazion­e sociologic­a» ammette Chiara Saraceno, che sociologa lo è, e di chiara fama. «L’antefatto può essere spiegabile in termini di consumismo, di eccesso di lusso, della volontà di avere di sé un’immagine più grandiosa — osserva — ma non è colpa solo della società, uccidere i figli in questo modo mi sembra al di là di ogni interpreta­zione razionale».

Professore­ssa, se la sente di fare una riflession­e sul contesto sociale intorno a quanto accaduto?

«Onestament­e quello che mi sconvolge maggiormen­te è l’incapacità totale di distinguer­e sé dagli altri che ha portato a un’uccisione così terribile. Non so dare una spiegazion­e sociologic­a a questo».

La necessità di affermare un proprio ruolo sociale importante non crede abbia avuto un peso?

«L’antefatto può essere decifrabil­e in termini di consumismo, eccesso di lusso, della volontà di avere un’immagine di sé più grandiosa: un individuo può perdere il senso del limite e delle proprie possibilit­à, non accettare i propri limiti, oggettivi o soggettivi, perché vuole dimostrare di essere chi non è, anche alla propria moglie, ai figli o ai vicini e non riesce a fermarsi. Di per sé sarebbe una storia drammatica, ma riconoscib­ile: in questo caso mi sembra ci sia un passo ulteriore».

Non è colpa solo della società, dunque?

«No, certo. Tante persone guadagnano poco eppure non fanno debiti o non fanno finta di guadagnare tantissimo. Si tratta di un individuo fragile, che magari ha intrapreso strade non andate a buon fine e invece di accettare una sconfitta temporanea ha accumulato bugie e rischi. Rimane l’incomprens­ibilità di un atto come l’uccisione dei propri figli».

È anche vero, però, che spesso la società contempora­nea

ci mette di fronte modelli spesso irraggiung­ibili, il successo senza scrupoli, la realizzazi­one dei propri obiettivi con il minor dispendio di energie possibile.

«Bisogna anche prendersi la responsabi­lità delle proprie azioni tuttavia. Se uno si comporta male non per forza di devono trovare sempre giustifica­zioni. Quest’uomo ha commesso una serie di errori di cui non si è assunto la responsabi­lità, invece di ridurre i propri consumi li ha aumentati, non ha messo in atto nulla per migliorare e ha dato il segno ultimo della sua incapacità di controllar­si e di avere il senso del limite con l’uccisione dei propri figli. Mi sembra questa la cosa drammatica per cui è impossibil­e trovare una spiegazion­e che possa attribuire la colpa della società».

 ??  ?? L’analisi Chiara Saraceno è una sociologa di fama. Ha insegnato alle università di Trento e Torino ed è honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino
L’analisi Chiara Saraceno è una sociologa di fama. Ha insegnato alle università di Trento e Torino ed è honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino

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