Corriere del Trentino

«Alberto aveva il grembiule vicino a mia figlia»

Il ricordo di Thomas Cuel: «Era sempre solare e sorridente. Credo che diremo la verità ai nostri bambini»

- Stefano Voltolini

TRENTO I grembiulin­i sono uno di fianco all’altro. Ma quello azzurro a quadretti di Alberto è rimasto appeso allo scaffale, sotto la foto sorridente del bimbo e la mela, il suo segno. La piccola Elizabeth e gli altri bambini invece sono entrati. Ieri non hanno chiesto cosa fosse successo al loro compagno di classe. Ma nei prossimi giorni potrebbero fare qualche domanda. E i genitori, consigliat­i dagli psicologi chiamati dall’istituto paritario Sacro Cuore di Trento, si sono orientati sul dire la verità ai loro figli. Concorda con questo approccio Thomas Cuel, titolare assieme alla famiglia del ristorante Ai Vicoli di piazza Verzeri, proprio di fronte all’entrata della scuola. Da un mese e mezzo, racconta lui stesso, salutava ogni giorno Gabriele Sorrentino, quando lui veniva a prendere il figlio Alberto e Thomas la figlia Elizabeth, entrambi iscritti alla materna. L’istituto era parte di quello status symbol per il quale Sorrentino aveva fatto carte false. L’ultimogeni­to Marco avrebbe iniziato a frequentar­e l’asilo il prossimo autunno.

Vista la frequentaz­ione della stessa scuola per i figli, aveva avuto modo di conoscere Gabriele Sorrentino?

«Lo vedevo tutti i giorni, visto che mia figlia frequenta l’aula rossa, con le maestre Ornella e Romana, la stessa di Alberto. Un bel bambino solare, sorridente. Con Elizabeth si conoscevan­o. Io li vedevo assieme quei venti secondi, visto che avevano il grembiulin­o vicino. Lo indossavan­o e poi entravano assieme in classe. Quello che è successo non riesco a comprender­lo. E continuo a pensarci».

Come le appariva il padre, anche se lo vedeva per poco

«Lo vedevo tutti i giorni e ci salutavamo da un mese e mezzo, all’uscita delle 14.45. Lui arrivava cinque minuti prima e parcheggia­va l’auto vicino al ristorante. Fino a venerdì. Un mezzo vistoso, ma che non è certo l’unico in città. Di lui posso dire che appariva una persona semplice, tranquilla, sulle sue».

Cosa ha pensato quando ha saputo dell’omicidio-suicidio?

«È una cosa che sconvolge, che non riesco a capire. Come mai i due figli piccoli e non la figlia più grande che era in gita? Io penso che sia stato un raptus, un gesto non organizzat­o. E poi, avrebbe potuto aiutare la famiglia stipulando un’assicurazi­one sulla vita. Adesso vedremo come affrontare il discorso con i nostri figli».

State decidendo assieme agli altri genitori se e come informare i bambini?

«Sì, ci stiamo confrontan­do, anche con il supporto degli psicologi chiamati dal Sacro Cuore. Elizabeth finora non ha chiesto nulla, ma prima o poi può succedere. Magari lo vengono a sapere dai bambini più grandi».

Avevate pensato di non dire nulla, magari inventare una scusa del tipo Alberto ha cambiato scuola?

«Io inizialmen­te l’ho pensato, ma sarebbe stato controprod­ucente. Con gli altri genitori e gli psicologi stiamo pensando di dire loro la verità, omettendo i particolar­i. Tutti i media ne parlano. Se qualcos’altro a mia figlia e poi le venisse a saperlo, non si fiderebbe più del padre. La verità è la cosa migliore, consiglian­o gli psicologi».

I piccoli hanno già notato qualcosa di diverso?

«Qualche bambino, mi dicono altri genitori, ha notato una serietà maggiore, una tristezza sul volto di papà e mamma, oppure la sorpresa per un fatto difficile da capire. Vedremo se il motivo reale è legato ai soldi come si dice».

Quotidiani­tà Si vestivano insieme e poi entravano in classe Continuo a pensarci

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Sorridente Alberto Sorrentino mostra il suo bellissimo sorriso

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