Studenti e avvocati in campo per i richiedenti asilo respinti
TRENTO Si consiglia sempre ai ragazzi di fare esperienza, di non limitarsi alle aule universitarie e di mettere in pratica ciò che studiano sui libri. E questo è ciò che accade da qualche tempo a Trento, nella palazzina bianca del Centro Astalli, dove una ventina di studenti della Facoltà di giurisprudenza mette a disposizione tempo e conoscenze giuridiche per aiutare i richiedenti asilo. Sono i volontari di Ali Aperte, associazione nata per accompagnare i richiedenti «denegati», ovvero i migranti accolti in Trentino che hanno ricevuto esito negativo alla domanda di accoglienza presentata alla commissione territoriale competente e che ora intendono ricorrere in appello.
«Abbiamo iniziato in otto, oggi siamo molti di più e contiamo di crescere perché del nostro supporto c’è sempre più bisogno. Lo dicono i numeri: abbiamo già trattato quasi 110 casi» racconta Eugenia, una delle ragazze dell’Associazione. «Il nostro è un compito molto delicato, entriamo in contatto con persone che hanno un vissuto complesso, non facile da raccontare. Persone che non parlano bene la nostra lingua e che non conoscono il nostro sistema legale. Noi, li aiutiamo a capire come affrontare il nuovo iter e come interfacciarsi con gli avvocati che li seguiranno nella fase di appello» le fa eco un altro volontario, Emanuele. A monte di tutto, c’è il Centro Astalli che indirizza i richiedenti denegati verso lo sportello di Ali Aperte, disponibile tutte le settimane, il martedì e il giovedì dalle 14.30. Qui gli studenti — che hanno ricevuto un’apposita formazione in merito — raccolgono le loro storie e li mettono in contatto con gli avvocati disponibili a seguire le loro cause.
Sono circa venti, tra Trento, Rovereto e Verona, i legali che partecipano al progetto: «Il ruolo dei ragazzi è fondamentale perché i tempi per presentare un appello sono molto limitati, massimo 30 giorni, e loro riescono a selezionare i casi più urgenti, mettendo subito in moto la macchina» conferma l’avvocato Claudia Poscia, anche lei volontaria dell’associazione, annunciando che a breve partiranno dei corsi nell’ambito della formazione professionale per avvocati proprio dedicati alle richieste d’asilo. E per il futuro, l’associazione, presieduta da Donata Borgonovo Re, ha intenzione di crescere e rendere sempre più forte e sentito il legame con il territorio.
Domani sera alle 20.45, nella sala della Fondazione Caritro di via Calepina, infatti, si terrà la serata «Dialogo tra migranti e volontari», per raccontare le storie di chi emigra e di chi accoglie. Un evento a cui parteciperanno l’avvocato Abdoulaye Mbodj e alcuni migranti oggi residenti in Trentino. «È importante introdurre strumenti che facilitino e consolidino percorsi di integrazione positivi e questa esperienza lo dimostra. Non credo sia un caso, infatti — conclude Borgonovo Re —, che in appello le pratiche respinte siano meno della metà rispetto al primo grado. Evidentemente c’è bisogno di comunicare meglio».
Claudia Poscia È fondamentale selezionare i casi più urgenti perché ci sono 30 giorni per i ricorsi