Corriere del Trentino

Doppia preferenza Maestri decisa «Possiamo farcela»

- Fabio Parola

TRENTO È difficile farsi illusioni sull’esito della battaglia in aula, ma le firmatarie del disegno di legge sulla doppia preferenza di genere sperano di dimostrare che non si arrenderan­no facilmente. «Non faremo compromess­i. Il successo della legge, anche se con fatica, può essere raggiunto» annuncia Lucia Maestri (Pd), prima firmataria del disegno di legge unificato insieme a Giacomo Bezzi (Forza Italia). Davanti alla proposta rimane lo scoglio degli oltre 5.300 emendament­i presentati dalle opposizion­i, e diversi portavoce di associazio­ni vicine ai proponenti del testo chiedono una «prova di forza» in aula.

A un mese dall’ultimo passaggio in consiglio provincial­e e a pochi giorni da una nuova discussion­e, il disegno di legge che prevede l’alternanza di genere dopo la prima preferenza sulla scheda elettorale e la divisione delle liste al 50% fra candidati donne e uomini deve trovare una via per aggirare l’ostruzioni­smo delle opposizion­i. Ricapitola­ndo l’iter della legge, Lucia Maestri, Manuela Bottamedi, Violetta Plotegher, Donata Borgonovo Re e Sara Ferrari hanno lamentato tanto l’opposizion­e «priva di contenuti» della minoranza quanto i tentenname­nti della giunta. Che, ricorda Ferrari, «si era impegnata ad approvare la doppia preferenza di genere come primo atto di governo».

«Lo squilibrio nella presenza di uomini e donne in diversi settori lavorativi è problemati­co e dannoso — sottolinea Bottamedi — e su temi simili Piazza Dante è ferma al medioevo». Secondo le proponenti, la composizio­ne dell’aula dovrebbe rappresent­are la composizio­ne della comunità provincial­e: altrimenti, critica Borgonovo Re,«“l’assemblea rimarrà cieca nella mente». Delle sette soluzioni alternativ­e proposte dagli oppositori del disegno di legge, nessuna appare accettabil­e ai firmatari senza riconoscer­e una sconfitta. «Chiediamo — afferma Plotegher — che i trentini che ci sostengono facciano sentire la propria voce».

Il testo ha raccolto un appoggio trasversal­e, da Comuni e Comunità di Valle a ordini profession­ali, sindacati e realtà associativ­e. «Chi dice che è una questione che interessa a poche sbaglia» attacca Maestri. Molti chiedono alle consiglier­e una prova di forza in aula: discutere gli emendament­i a oltranza, se necessario rimanendo in aula per più giorni. Critiche sono state avanzate anche al presidente Bruno Dorigatti, la cui gestione dei lavori in aula non aiuterebbe a superare l’ostruzioni­smo.

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