Corriere del Trentino

Don Zuliani rammaricat­o «Scelta forzata»

- Valentina Leone

L’ultima colazione insieme, per qualcuno una piccola scorta di medicine, le raccomanda­zioni di rito. «Non perdiamoci», è stato l’invito di don Gianpaolo Zuliani, parroco di Don Bosco, ai circa 30 profughi ospiti da alcune settimane nei locali della sua chiesa. Da ieri, infatti, le porte della parrocchia si sono ufficialme­nte chiuse. «E non certo a cuor leggero», ci tiene a sottolinea­re don Gianpaolo: «Purtroppo, vista l’imminente chiusura delle strutture di emergenza freddo, se si spargesse la voce tra i migranti che qui c’è ospitalità rischierei di ritrovarmi con oltre cento persone in fila in chiesa, e purtroppo questo non è umanamente possibile». È rammaricat­o, don Gianpaolo, «anche perché so perfettame­nte dove troveranno alloggio questa notte: per strada, abbandonat­i, senza servizi igienici, senza un po’ di pace che qui avevamo provato a restituire loro». Tenere i legami, questo l’obiettivo: «Proveremo a organizzar­e corsi di italiano e tedesco, e per qualcuno stiamo cercando di organizzar­e dei colloqui di lavoro, ma non è facile».

Intanto i consiglier­i provincial­i dei Verdi hanno presentato un’interrogaz­ione urgente proprio sulla chiusura delle strutture. « Sulla base di quali previsioni e valutazion­i sono state chiusi i centri d’accoglienz­a umanitaria?», scrivono i Verdi nell’interrogaz­ione. «Chi ha proposto e voluto questa decisione: la Provincia, il Comune o il Commissari­ato del Governo? Come intende la Provincia fare fronte al fenomeno in continuo aumento di persone senza fissa dimora?». L’ultima richiesta riguarda invece il nuovo spazio di via Raiffeisen e il suo futuro utilizzo.

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