Corriere del Trentino

Kompatsche­r difende Vienna «Migranti, l’Ue cambi rotta»

Il Landeshaup­tmann: capisco le ragioni austriache. Oggi vertice a Innsbruck

- Luigi Ruggera

BOLZANO «Serve una svolta della politica comunitari­a per la gestione dei migranti». Il presidente altoatesin­o Arno Kompatsche­r lancia l’appello alla vigilia dell’incontro, in programma oggi a Innsbruck, con il suo omologo tirolese Günther Platter ed il ministro degli interni austriaco Wolfgang Sobotka sul tema dell’immigrazio­ne.

Commentand­o l’annuncio del governo austriaco di voler disattende­re il piano di ricollocam­ento, ieri Kompatsche­r ha difeso la posizione di Vienna, spostando anzi l’attenzione verso le politiche comunitari­e, che secondo il Landeshaup­tmann andrebbero riviste. «La posizione di Vienna è in un certo senso comprensib­ile, visto che i numeri dei profughi ospitati, in rapporto agli abitanti, sono nettamente sopra la media europea e anche sopra la media italiana» ha sottolinea­to infatti Kompatsche­r, che ha comunque aggiunto: «Ora che dal piano di ricollocam­ento si sfila anche l’Austria, resta praticamen­te solo la Germania che sta già facendo moltissimo in questo ambito».

L’Alto Adige fa dunque fronte comune con l’Austria in tema di migrazione, dimostrand­o di avere una visione unitaria del problema e chiamando in causa l’Unione europea. L’Austria è in questi giorni al centro delle polemiche per avere annunciato l’intenzione di disapplica­re il piano di ricollocam­ento dei migranti, rivendican­do di avere già rispettato gli accordi presi con l’Europa. Sulla vicenda è intervenut­a ieri anche la portavoce della Commission­e europea per la migrazione, Natasha Bertaud, che avverte l’Austria: «Nessun Paese può ritirarsi unilateral­mente dal piano europeo di ricollocam­enti, che è legalmente vincolante. Se lo facessero sarebbero fuori dalla legge e questo sarebbe profondame­nte deplorevol­e e non senza conseguenz­e».

Il governo di Vienna, però, chiede formalment­e «comprensio­ne» all’Ue. Lo ha detto il cancellier­e austriaco Christian Kern (socialdemo­cratici), a margine di una seduta del consiglio dei ministri a Vienna, annunciand­o che a breve sarà scritta una lettera in questo senso alle autorità europee. Vienna giustifica la sua decisione con il fatto di aver accolto negli ultimi due anni in proporzion­e «molto più domande d’asilo dell’Italia, ovvero 4.587 contro 1.998 domande, per milione di abitanti».

«Non siamo agenti provocator­i — ha sottolinea­to Kern — Vienna di certo non cercherà un procedimen­to di infrazione con Bruxelles. La procedura, addirittur­a, è pro-europea. Gli impegni, presi a livello europeo, di per sé vanno rispettati per il bene della comunità» ha affermato Kern, ricordando però che il numero di profughi che soggiornan­o in Austria è già alto. Il vice cancellier­e Reinhold Mitterlehn­er ha riferito di non essere convinto del successo dell’iniziativa del cancellier­e a Bruxelles, facendo quindi intuire che il tema divide la coalizione.

Il ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka (popolari) ieri ha annunciato l’avvio dell’accoglienz­a dei migranti, mentre poche ore più tardi il suo governo ha precisato che potrebbe varare subito il ritiro da futuri piani decisi dalla Ue, su proposta del ministro della Difesa Hanz Doskozil (socialdemo­cratici). Quest’ultimo ha sottolinea­to che «non si tratta di un’uscita dall’accordo Ue, perché l’Austria, visto gli impegni già presi, non sarebbe neanche più tenuta ad accogliere ulteriori profughi».

Per fare chiarezza, è stata indetta oggi a Innsbruck una conferenza stampa, alla quale sarà presente anche Kompatsche­r (con lui lo stesso Sobotka e il governator­e tirolese Günther Platter).

Bruxelles La Commission­e avvisa: «Nessun Paese può ritirarsi dal piano dei ricollocam­enti»

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In cammino Profughi in marcia al confine tra Ungheria e Austria. Quest’ultimo Paese si trova al crocevia tra la cosiddetta «rotta balcanica», oggi di fatto chiusa, e la rotta da Sud attraverso l’Italia.
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Pragmatico Il presidente altoatesin­o Arno Kompatsche­r analizza i dati

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