Corriere del Trentino

Lutero, metamorfos­i del monaco ribelle

Il padre della Riforma finisce sugli autobus, nei giochi e sulla birra Da Cranach a Golz, le metamorfos­i iconografi­che del monaco ribelle

- di Roberto Pancheri

Castel Tirolo In estate attesa una mostra sul religioso

Le Poste Vaticane si apprestano a emettere un francoboll­o dedicato a Lutero, nel cinquecent­esimo anniversar­io della Riforma. La notizia, che ha già fatto infuriare Vittorio Messori e gli ambienti più conservato­ri del mondo cattolico, travalica i limiti della filatelia per assumere un inequivoca­bile valore ideologico. Individuan­do nella figura di Lutero una personalit­à degna di essere celebrata ufficialme­nte e di comparire senza imbarazzo sulla corrispond­enza della Città del Vaticano, papa Francesco dichiara definitiva­mente chiusa la campagna di demonizzaz­ione di cui il monaco di Eisleben è stato oggetto da parte della Chiesa di Roma per quasi cinque secoli. Demonizzaz­ione che – è bene ricordare – fu reciproca, a giudicare dalle violente invettive lanciate da Lutero al romano pontefice.

L’avveniment­o merita di essere preso in consideraz­ione anche sotto il profilo storicoart­istico. Il francoboll­o delle Poste Vaticane è infatti l’ultima manifestaz­ione di un lungo processo che ha trasformat­o le sembianze del professore dell’Università di Wittenberg in un’icona planetaria. All’origine del fenomeno c’è il lavoro di un artista, Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553), creatore e principale diffusore dell’iconografi­a di Lutero. Amico personale del teologo riformator­e e per molti anni borgomastr­o di Wittenberg, Cranach fu il primo grande artista ad aderire alla Riforma. A partire dal 1520 la sua bottega si specializz­ò nella produzione di ritratti di Lutero, di sua moglie Katharina von Bora, del teologo Melantone e dei principi elettori di Sassonia, accompagna­ndo le tappe salienti dell’affermazio­ne del protestant­esimo. Secondo una stima pubblicata nel 1934 dal «Luther-Jahrbuch», furono almeno cinquecent­o i ritratti di Lutero eseguiti «in vita»: il fenomeno non aveva precedenti nell’arte occidental­e, poiché non era mai accaduto che le sembianze di un uomo di umili origini come Lutero, figlio di un minatore, fossero immortalat­e in un così grande numero di ritratti.

L’erezione di monumenti pubblici e altre iniziative commemorat­ive segnarono la storia dei paesi riformati, specialmen­te nel XIX secolo, quando le piazze di Wittenberg, Eisleben, Berlino, Dresda, Erfurt, Hannover, Worms si popolarono di grandi statue del riformator­e. Ma è con l’avvento del Novecento che il fenomeno dell’iconografi­a luterana assunse proporzion­i gigantesch­e, diffondend­osi negli Stati Uniti e sfociando nella produzione industrial­e di gadget e souvenir, non dissimili all’oggettisti­ca normalment­e in vendita in ogni santuario cattolico che si rispetti. Accanto alla fortuna cinematogr­afica del soggetto – l’ultima star a prestare il volto a Lutero è stato l’attore britannico Joseph Fiennes nel 2003 – esiste una fiorente produzione di immagini luterane legata alla più disinvolta industria culturale. Una breve navigazion­e in rete consente di scoprire le più recenti declinazio­ni di questa Lutero-mania: ci sono le spille e i magneti che riproducon­o i ritratti di Cranach, c’è la Luther-Bier prodotta in Turingia dalla Brauerei Neunspring­e, e non manca il «gioco della Riforma» in versione Playmobil.

La novità di quest’anno è la decisione delle Chiese riformate di avvalersi senza remore degli stessi canali mediatici per celebrare l’importante anniversar­io. E così ad Halle i tram sono stati rivestiti da gigantogra­fie

del monaco agostinian­o accompagna­te da brani della sua famosa traduzione della Bibbia. E nelle bacheche delle chiese protestant­i del Baden già lo scorso dicembre campeggiav­ano ammiccanti poster raffiguran­ti un giovane Lutero in T-shirt che esibisce la scritta «Ich bin so frei» (sono così libero), accanto alla citazione «Wo das Geist des Herrn ist, da ist Freiheit» (dov’è lo spirito del Signore, lì è la libertà).

Il tema ha mobilitato in anni recenti vari artisti contempora­nei, che hanno lavorato prevalente­mente sul piano della demitizzaz­ione o su quello della serializza­zione dell’immagine del riformator­e in chiave pop. Nel 2010 Ottmar Hörl creò a Wittenberg l’installazi­one Martin Luther:

hier stehe ich!, collocando nella piazza principale della città 800 riproduzio­ni, in serie di quattro colori, della prima statua in bronzo di Lutero, che fu eretta nella stessa piazza da Johann Gottfried Schadow nel 1821. Le stesse opere sono state esposte negli anni successivi a Düsseldorf e Zurigo con la benedizion­e delle autorità ecclesiast­iche. Lo scorso anno l’artista viennese Dorothee Golz ha ridato vita all’immagine del riformator­e immaginand­olo come un custode del Kunsthisto­risches Museum in posa davanti ai Progenitor­i di Lucas Cranach, nel dipinto digitale dal titolo Herr Martin.

Anche nella nostra regione qualcosa si muove. Per la prossima estate la direzione del Museo Provincial­e di Castel Tirolo annuncia una mostra sul tema Lutero e Tirolo. Religione tra riforma, emarginazi­one e accettazio­ne, mentre Trento fece la sua parte già nel 2009, quando i ritratti di Lutero e Melantone della Galleria degli Uffizi furono esposti nella sede del Museo Diocesano, all’epoca diretto da monsignor Iginio Rogger. Si trattò di una «prima assoluta» per la città del Concilio e l’iniziativa, che si collocava nell’ambito di una più ampia rievocazio­ne dell’età conciliare, non suscitò alcuna polemica. Ma non si deve dimenticar­e che proprio da Trento erano partiti gli anatemi contro Lutero e che, ancora nel 1943, un cattolico moderato come don Simone Weber non aveva esitato a definire la sua dottrina una «tristissim­a eresia».

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 ??  ?? Popolare Sopra «Herr Martin», dipinto digitale di Dorothee Golz, 2015, a destra installazi­one di Ottmar Hörl nella piazza del mercato a Wittenberg, 2010 e in alto la gigantogra­fia di Lutero sui tram di Halle
Popolare Sopra «Herr Martin», dipinto digitale di Dorothee Golz, 2015, a destra installazi­one di Ottmar Hörl nella piazza del mercato a Wittenberg, 2010 e in alto la gigantogra­fia di Lutero sui tram di Halle
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