Disoccupazione, assegni in ritardo L’Inps: non è vero
Il mistero dei dati sulle attese resta tale: il problema non esiste, ma si cerca di risolverlo
L’atteso chiarimento sui dati non c’è stato. Ieri mattina si è riunito il comitato regionale Inps per parlare dei ritardi lamentati da tutti i patronati sulle pratiche. Ma si è parlato solo dei nuovi picchi.
TRENTO Si è riunito ieri mattina il comitato regionale Inps. All’ordine del giorno i ritardi lamentati da tutti i patronati regionali sui tempi di evasione delle pratiche Naspi (disoccupazione) da parte dell’Inps. Al momento, l’unica decisione presa è di organizzare incontri periodici tra responsabili dei patronati e direttori provinciali Inps per individuare, in vista del nuovo picco di richieste del prossimo autunno, le soluzioni tecniche migliori.
L’atteso «chiarimento sui dati» non c’è stato. Il direttore regionale, Marco Zanotelli, ha continuato a ripetere quanto sostenuto fin dal primo giorno: «Al 98% delle domande viene data risposta entro 30 giorni». Una verità molto diversa da quella denunciata dai patronati, che hanno lamentato attese «normali» di tre o quattro mesi per avere una risposta dall’istituto. Tempo che non ha chi è rimasto senza lavoro e conta di far quadrare il proprio bilancio proprio grazie alla Naspi. Per Zanotelli l’automatizzazione del sistema informatico dell’Inps non consentirebbe errori sui dati. Una situazione paradossale, visto che all’unisono i patronati hanno fornito dati diversi. Zanotelli, tuttavia, ha risollevato la questione dei picchi di domande di disoccupazione che coincidono con la fine delle stagioni turistiche. Un picco in aprile, quando chiudono gli impianti sciistici e tre in autunno, quando prima la montagna e poi i laghi terminano la stagione estiva.
I dati forniti parlano di 32.748 domande di Naspi nel 2016. In media 1.500-2.000 al mese. Ad aprile, però, si sale a 4.791. A settembre 4.237, a ottobre 4.992 e a novembre si chiude con 4.285. Il direttore dell’Inps ha fornito anche i dati del 2015, da cui si evince che i picchi si ripropongono identici. Il problema di congestionamento stagionale quindi c’è ed è evidente, ma questo non produrrebbe alcun ritardo.
Una fotografia difficilmente comprensibile dall’esterno. I sindacati, però, sembra non abbiano deciso di puntare i piedi, preferendo concertarsi su una via d’uscita che, per il momento, appare di là da venire. Aprile, con le domande di chi ha finito la stagione invernale, si apre dopodomani e il comitato regionale non ha ancora nemmeno formalmente stabilito se il problema esiste, o è frutto della fantasia dei patronati.
In ogni caso, per risolvere quello che, ad oggi, pare ancora un mistero, più che un problema, si procederà con incontri tecnici periodici. Da una parte chi non ritiene esista un problema, dall’altra chi lo ha denunciato, nella speranza che, prima della fine della stagione estiva, si trovi almeno un’intesa sul fatto che la questione esiste. Secondo qualcuno, per allora Zanotelli potrebbe non essere più al timone. Lui stesso ieri ha annunciato un non meglio definito «incarico a Bruxelles».