Carla accompagna Giada «Era giusto che sapesse Volevamo omaggiarli»
TRENTO «Era giusto che sapesse, ed era giusto passare a lasciare un piccolo ricordo per quei due poveri bambini». Carla si fa passare le due rose bianche dalla figlia Giada e le appoggia sopra la cassetta delle lettere. Lei, a sei anni, lì in alto ancora non riesce ad arrivare da sola.
«Ovviamente non le ho spiegato i dettagli — chiarisce la mamma — Però le ho detto quanto è accaduto«. Sua figlia non era un’amichetta di Alberto e Marco, né frequentavano la stessa scuola, «ma abitando vicini abbiamo deciso di passare per lasciare un ricordo».
Insieme alla signora Carla c’è anche l’amica Fabiana. «Io sono già venuta ieri (martedì, ndr) e ho lasciato un piccolo angioletto di carta» sussurra la donna. Nemmeno lei conosceva la famiglia Sorrentino, «ma un evento come questo non può lasciare indifferenti, inoltre so che avevano origini romane e io vengo dalla Capitale, così, in qualche modo, mi sento vicina a queste persone».
Insieme ai loro fiori e messaggi ieri ne sono stati deposti degli altri. Gesti d’affetto e cordoglio illuminati da due piccoli lumini appoggiati a terra.
«R.i.p. Piccoli angeli» recita il messaggio d’addio scritto da una giovane studentessa, passata di fretta nel pomeriggio di ieri per lasciare un mazzo di rose rosa.
Accanto alle sue ve n’è un altro più grande composto da rose bianche e un altro di fiori più piccoli, bianchi anch’essi. A separare i due vi è una composizione più colorata. A terra, in piedi, appoggiate alla base del citofono, un’altra coppia di rose. Una per Alberto, l’altra per Marco.