«Sessantenne disabile circuito» In due finiscono a processo
Ieri prima udienza in tribunale. La Procura contesta anche maltrattamenti
BOLZANO Continue prevaricazioni e umiliazioni poi, per ben due volte, l’induzione a vergare atti in cui lasciava la sua villa in eredità o come donazione, senza nemmeno farsi riservare l’usufrutto. Accuse tutte da dimostrare ma che, se confermate, traccerebbero i contorni di una storia orribile. La presunta vittima, infatti, che avrebbe subito gli episodi contestati dalla Procura, è un sessantenne della provincia di Bolzano affetto da infermità mentale e con disabilità fisiche.
A processo sono finite due persone: la prima è la badante dell’uomo, che, secondo l’accusa, avrebbe indotto l’uomo, nell’aprile del 2010, a depositare un testamento pubblico presso un notaio bolzanino con il quale l’eredità, una villetta a schiera con giardino e garage, veniva destinata proprio alla donna. Il testamento in questione era stato però poi revocato nel settembre dello stesso anno. Non solo: sempre secondo il teorema accusatorio, la donna avrebbe maltrattato il sessantenne tenendo nei suoi confronti comportamenti lesivi della sua dignità e prevaricatori, ad esempio facendo arrivare nell’alloggio dell’uomo parenti e amici della donna, che avrebbero occupato tutte le stanze disponibili dell’abitazione. Il sessantenne, a quel punto, sarebbe stato costretto a dormire sulla pancadivano del soggiorno e perfino in garage. I maltrattamenti sarebbero poi culminati con la cacciata di casa dell’uomo, che sarebbe stato costretto ad andare a dormire in un albergo ormai chiuso e privo di riscaldamenti. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’uomo sarebbe stato talmente intimorito da avere perfino paura a rientrare in casa per recuperare alcuni effetti personali.
I fatti contestati si sarebbero svolti tra il 2009 e il 2012, ma è proprio nel maggio del 2012 che si sarebbe verificato un nuovo episodio a danno del sessantenne. Secondo la Procura, infatti, l’uomo sarebbe stato nuovamente indotto a stilare e depositare un atto di donazione con il quale lasciava la sua villa a un uomo, l’altro indagato della vicenda, che nonostante le promesse di interessamento nei confronti dell’anziano si sarebbe in realtà impossessato della casa sostanzialmente disinteressandosi dell’uomo, tanto da indurlo a riavvicinarsi alla badante, la quale, una volta riottenuta la fiducia della vittima, ha posto in essere diversi atti per cercare di riavere l’abitazione.
I due sono stati rinviati a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Emilio Schönsberg; il processo si è aperto ieri davanti alla giudice Carla Scheidle. La donna è difesa dall’avvocato Martin Fill mentre l’altro imputato dal legale Alessandro Tonon.