Corriere del Trentino

IL TAGLIO DEGLI ALBERI CITTADINI E L’OPERA DEL SERVIZIO COMUNALE

- Il caso di Luca Malossini Loredana Cappellett­i, TRENTO

Altri alberi, come ho appreso dalla television­e, saranno abbattuti in città. Sarà che sono affezionat­a ai «preziosi grandi ombrelli» che accompagna­no le nostre strade cittadine, ma faccio fatica ad accettare quella scelta. Mi chiedo sempre se la soluzione finale, il taglio, sia la sola strada percorribi­le dopo aver cercato di curare le piante, oppure non costituisc­a invece una facile scorciatoi­a. Le piante per una città sono merce sempre più rara, un bene prezioso, quindi da tutelare. Quando si deve abbattere, qualcosa non ha funzionato nella manutenzio­ne. Ho fiducia nei tecnici comunali, ma lasciatemi la possibilit­à di dire che mi dispiace. l suo attaccamen­to agli alberi delle città racchiude un notevole senso civico che oggi facciamo fatica a intraveder­e in molte persone, soprattutt­o nei giovani. Preoccupar­si degli alberi è dunque un sentimento meritevole di attenzione.

Nel caso specifico, e mi riferisco all’imminente taglio di quattordic­i tigli lungo via Barbacovi, la scelta è inevitabil­e, visto che sono piante malate e perciò pericolose. Ci sarà l’abbattimen­to, ma successiva­mente i tecnici procederan­no a piantare altri alberi. Mi sia concesso in questo caso di spezzare una lancia a favore del Comune, in particolar­e del servizio che si occupa del verde in città. Quando si procede al taglio di una pianta, le polemiche, anche feroci, non mancano. In passato la comunicazi­one preventiva non è stata proprio puntuale, alimentand­o molte perplessit­à e scatenando immancabil­i raccolte firme.

Per quanto riguarda via Barbacovi, il servizio comunale non solo ha annunciato il taglio e i motivi della decisione, ma ha inserito tale scelta all’interno di un piano che riguarda la salute di tutti gli alberi della città. Insomma, una comunicazi­one a 360 gradi che tra l’altro ha consentito di apprendere come nel capoluogo l’aumento medio delle piante, dal 2008 a oggi, sia stato di 300 unità all’anno.

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