Mercato lavoro La Cisl si lancia nella mediazione
Contatti, in provincia il 12-15% è indiretto. Olivi: sindacato a tutela del mercato
La Cisl diventerà attore strutturato nel collegamento tra domanda e offerta di lavoro. È quanto emerso al congresso della Fim Cisl.
TRENTO Il diciannovesimo congresso provinciale della Fim Cisl del Trentino, che si è tenuto ieri allo SmartLab di Rovereto, ha non solo visto la riconferma della segreteria del sindacato dei metalmeccanici Luciano Remorini (segretario Fim), Paolo Cagol e Luigi Zoller, ma, con tre tavoli di lavoro, ha delineato il futuro e la nuova strada del sindacato: dedicare una maggiore attenzione ai giovani e all’industria 4.0, ma sopratutto diventare attore strutturato nel collegamento domanda-offerta di lavoro.
«Ci occupiamo già di formazione, incontri e assistenza — ha spiegato Remorini — Siamo all’interno delle aziende, quindi perché non strutturarsi per mettere in collegamento i giovani e le aziende?». Per Remorini si tratterebbe di creare un ponte: «Non vogliamo essere un ufficio per l’impiego — precisa — ma piuttosto lavorare e collaborare con le agenzie interinali, i centri per l’impiego e quindi con l’Agenzia del lavoro».
E in effetti, a guardare i numeri, pare esserci un margine per rendere più efficace l’incontro tra domanda e offerta lavoro. «In Italia — spiega la segretaria nazionale Fim Cisl Roberta Roncone — i centri per l’impiego fanno incontrare domanda e offerta con una percentuale che è solo del 4%». Meglio va in Trentino: «La percentuale in provincia — dice la dirigente dell’Agenzia del lavoro Antonella Chiusole — raggiunge il 12-15%», ma sempre un numero basso rispetto agli altri Paesi europei (la Germania arriva ad esempio al 21%).
«In un contesto di cambiamento — prosegue Roncone — il sindacato deve fare di più se vuole un futuro come corpo intermediario e se vuole intervenire con efficacia sulle grandi problematiche del mercato del lavoro. In Trentino da questo punto di vista qualcosa si sta già facendo». Come il Job.Lab, il laboratorio di educazione e orientamento al lavoro della Fim presentato ieri. «Quello che vogliamo fare – spiega Paolo Cagol — è fornire strumenti concreti a disoccupati, studenti, giovani precari, lavoratori motivazioni. Insegnare loro a cercare lavoro». La questione, lo spiega Roncone, è che i ragazzi studiano, si formano e fanno esperienze, ma non hanno adeguate competenze: «Pochi sanno risolvere problemi e avere la giusta misura delle aspettative. C’è una mancanza di educazione al lavoro». Una volta costruite le basi delle competenze, il sindacato (e qui sta la novità) è pure pronto a mettere in contatto i lavoratori e il mercato del lavoro. Un’iniziativa del tutto inedita e dirompente? «No — dice sempre Roncone — il sindacato già lo fa, ma ad oggi è svolta a macchia di leopardo e non è codificata. Quello che ci proponiamo è di metterla a sistema». Passando anche per il necessario accreditamento.
Il plauso all’iniziativa arriva dal vicepresidente della Provincia e assessore al Lavoro Alessandro Olivi: «Oggi il sindacato è in una fase di difficile ridefinizione. Oltre ad avere un ruolo di sostegno dei lavoratori sul posto di lavoro si sta ponendo anche a tutela del mercato di lavoro promuovendolo per chi non ce l’ha. Non si tratta solo di dare una lettura della domanda e dell’offerta di lavoro, ma di avere una proiezione futura dei fabbisogni delle aziende. È tempo di uscire dall’emergenza, dobbiamo essere più consapevoli di cosa chiede il mercato. In questo senso il sindacato può diventare una punta avanzata nelle relazioni degli attori in gioco». A delineare luci e ombre del comparto, e in generale del sistema imprese, è il segretario della Cisl Lorenzo Pomini che ricorda come il Trentino oggi sia diventato più povero tra aziende che hanno chiuso e aziende che «se ne stanno approfittando troppo»: «Tra detassazione, aumento del reddito, agevolazioni fiscali, incentivi alcune imprese hanno spiccato il volo — afferma — È ora di valorizzare il capitale umano e distribuire gli utili riaprendo la contrattazione di secondo livello. Gli imprenditori cercano di fidelizzare i clienti ma si sono dimenticati che se non investono sui lavoratori, assumendoli ad esempio a tempo indeterminato e con equi salari, non possono di contro avere garanzie sulla costanza del capitale umano. Se oggi le aziende lamentano una mancanza di identità questa è frutto del precariato». E per Pomini anche la sofferenza del sindacato è causa dello scollamento che si sarebbe creato all’interno delle imprese.
L’iniziativa della Cisl segue l’iniziativa della Uil, che da dicembre ospita nelle sue diverse sedi territoriali, in virtù di un protocollo sottoscritto con l’agenzia di somministrazione Tempor Spa, sportelli per dei colloqui conoscitivi rivolti a chi cerca di lavoro.