Cie regionale Roverè della Luna sede probabile
Ieri a Roma si è chiarito che il centro sarà solo uno. L’ex poligono militare è la struttura più quotata
In Trentino Alto Adige sorgerà un solo centro per il rimpatrio. In pole Roverè della Luna.
TRENTO Incontro riservato ieri, a Roma, sull’individuazione dei «Centri per il rimpatrio», quelli che il ministro Minniti vorrebbe non venissero più chiamati Cie. Trento e Bolzano vedono svanire la preoccupazione di doverne realizzare uno per Provincia. Il centro sarà unico e «regionale». Salgono, pertanto, le quotazioni dell’ex poligono militare di Roverè della Luna, che sorge a scavalco tra i due territori.
L’incontro di ieri era preparatorio alla prossima Conferenza Stato-Regioni. Il Trentino era rappresentato da alcuni funzionari che hanno riferito a Piazza Dante le ultime decisioni del ministro dell’Interno. La linea ribadita da Minniti è il rimpatrio degli irregolari e lo snellimento delle procedure per chi invece chiede asilo. Nei primi tre mesi del 2017 i nuovi arrivi sono stati 23.000 e si teme per il picco previsto per l’estate. Per questo, continua a ripetere Minniti, «abbiamo deciso di procedere in meno di tre mesi e ci siamo concentrati sui punti chiave del sistema: la creazione di centri di identificazione per chi deve essere espulso sparsi su tutta la penisola, il fatto che i rifugiati debbano essere accolti per non più di sei mesi e soprattutto la possibilità di lavorare e quindi di integrarsi nella comunità». Mentre le perplessità politiche sul piano di Minniti e sulla sostanziale differenza tra i nuovi e i vecchi Cie continuano a tenere banco, le Regioni ieri hanno accettato la proposta del governo: saranno loro a indicare dove sorgeranno i centri per il rimpatrio, lo farà di imperio lo Stato solo nei casi in cui non venga indicata una struttura.
Quanto alle caratteristiche che dovranno avere i futuri centri, il ministro dell’Interno ha ribadito che dovranno interessare terreni demaniali possibilmente lontani da centri abitati e vicini ad aeroporti.
Questo, per quanto riguarda il Trentino Alto Adige, restringe di molto il cerchio delle candidature. Da Piazza Dante escludono località fantasiose come le Viote sul Bondone, luogo indicato nei giorni scorsi da parte dell’opposizione. Il luogo sarà individuato necessariamente lungo l’asta dell’Adige, in modo da poter essere collegato velocemente all’aeroporto più vicino, quello di Verona. La trattativa tra Trento e Bolzano su dove debba sorgere non è ancora formalmente cominciata, ma contatti informali ce ne sono già stati e il poligono di Roverè della Luna non viene escluso, anzi, è considerato ad oggi la meta più probabile, anche se non certa: la struttura si presterebbe con modesti lavori di adeguamento e nessuna delle due amministrazioni dovrebbe giustificare ai rispettivi elettori la scelta di essersi sobbarcata il «fardello» del centro. In ogni caso, ieri a Roma è stato confermato che le spese di adeguamento prima e di gestione dopo saranno a carico dello Stato. In sostanza, alle Regioni dovrebbe spettare solo l’onere di decidere dove impiantare la struttura.
In Trentino, però, all’interno dello stesso Pd c’è già stato chi, come Donata Borgonovo Re, ha interrogato l’assessore Luca Zeni sull’opportunità di mettere a disposizione una struttura senza avere garanzie sul trattamento degli «ospiti» e sul rispetto dei principi fondamentali del diritto, quelli che impediscono di trattenere in stato di detenzione persone che non sono state condannate da un giudice a una pena.