Cacciatori, Comuni, Asuc Patto a favore della fauna
«Ripristiniamo gli habitat degli animali»
TRENTO Un protocollo per limitare e contrastare l’espansione incontrollata del bosco e cofinanziare interventi di miglioramento ambientale a fini faunistici, ovvero per il ripristino degli habitat della lepre bruna e dei galliformi alpini: l’hanno sottoscritto il Consorzio dei comuni, l’associazione dei cacciatori trentini e quella delle Amministrazioni separate dei beni di uso civico (Asuc). A fronte di una contribuzione provinciale del 100% a sostegno di interventi di questo tipo, i cacciatori si impegnano a finanziare fino al 60% le spese tecniche e l’Iva. Il perché lo sintetizza efficacemente il presidente Carlo Pezzato: «Se non c’è ambiente non c’è fauna e se non c’è fauna non c’è caccia». «Ma gli effetti del miglioramento ambientale vanno ben oltre le specie cacciabili — aggiunge — e l’ambiente non è solo dei cacciatori, ma di tutte le persone che vivono in montagna e lo vedono trasformarsi nel tempo a ritmi vertiginosi».
Fino ai primi anni Duemila l’espansione della superficie boscata (che copre il territorio provinciale per il 60%, pari a più di 390.000 ettari) correva alla velocità di oltre 700 ettari l’anno, ora rallentata a circa 220. «L’area silvo pastorale provinciale è per l’80% di proprietà pubblica — ricorda invece il presidente del Consorzio Paride Gianmoena — diventa dunque strategico il ruolo dei proprietari forestali pubblici, Comuni in primis e Asuc, per il sostegno, la progettazione e l’attuazione di questi interventi».
Per finanziare le operazioni che le amministrazioni comunali, le Asuc o eventualmente anche i privati intendessero portare avanti, si ricorrerà al Piano di sviluppo rurale 20142020 della Provincia, che contribuirà al 100% ai lavori, mentre le spese tecniche e l’Iva, a carico del richiedente, verranno finanziate fino al 60% dai cacciatori.
Le misure di intervento per ripristinare gli habitat di lepre bruna (cacciabile) e galliformi alpini, ovvero gallo cedrone e francolino di monte (non cacciabili), pernice bianca, coturnice e gallo forcello, sono il recupero degli habitat in fase regressiva, attraverso la trinciatura del rododendro ad esempio (l’azione 4.4.1 del Psr) e la conservazione degli habitat in aree a bosco come mughete e lariceti (la 8.5.1). I lavori per la prima possono essere sostenuti fino a un massimo di 30.000 euro, la seconda fino a un massimo di 50.000. L’associazione cacciatori per il 2017 mette a disposizione 30.000 euro.