Choc al Comando truppe alpine Colonnello trovato morto: suicidio Ombre da fugare, doppia indagine
Muscogiuri era coinvolto nell’inchiesta sui blindati usati in Afghanistan
BOLZANO «Un suicidio inspiegabile». Quello commesso ieri mattina dal colonnello del comando truppe alpine di Bolzano Antonio Muscogiuri è per colleghi e amici qualcosa cui nessuno è in grado di fornire una spiegazione logica. Ci proveranno la Procura ordinaria altoatesina e quella militare di Verona, competente per territorio anche per i fatti che coinvolgono i militari altoatesini, sulla base dei rilievi effettuati ieri mattina nella sede del comando truppe alpine di piazza IV novembre a Bolzano.
Il militare, che a cinquant’anni di età aveva alle spalle una carriera brillante e costellata di successi e riconoscimenti, è stato ritrovato senza vita nel sottotetto del comando dove prestava servizio, da un collega.
Le ricerche di Muscogiuri erano scattate dopo che la moglie, non vedendolo rientrare nell’abitazione di famiglia ad Albes, frazione di Bressanone, aveva lanciato l’allarme. A quel punto il sospetto che qualcosa di grave fosse accaduto era già una concreta prospettiva. Al punto che il collega che lo cercava non ha rinunciato a verificare anche una zona altrimenti ben poco frequentata: il sottotetto del comando. È qui che Muscogiuri è stato ritrovato, impiccato.
Appena due giorni fa gli era stata notificata dalla procura militare di Roma la richiesta di rinvio a giudizio per l’indagine che lo vedeva accusato di truffa aggravata e peculato nell’ambito della gestione dei contratti di fornitura dei mezzi blindati utilizzati dall’esercito in Afghanistan. Nel Paese mediorientale Muscogiuri aveva prestato a lungo servizio, ricoprendo in un primo momento nel 2005 quando, con il grado di tenente colonnello faceva parte del 2° reggimento genio guastatori di Trento, il ruolo di comandante del Genio Multinational Engineer Group (MNEG) a Kabul. Successivamente era stato di nuovo nel teatro mediorientale nel 2010 quello di comandante Italfor Kabul a protezione del comando Isaf, quando Muscogiuri aveva guidato la missione internazionale in Afghanistan.
Proprio il suo coinvolgimento nelle vicende che hanno portato la procura militare di Roma alla richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti solleva negli inquirenti il dubbio che le cose possano essere andate diversamente da come appare.
Se vi siano o meno elementi che possano fare propendere per ipotesi diverse dal suicidio sarà compito degli inquirenti accertarlo, sulla base dei rilievi svolti dai carabinieri del distaccamento presente all’interno del comando truppe alpine di piazza IV novembre. «Antonio era una bravissima persona, sempre solare e allegra, che aveva fatto carriera ma era rimasto una persona piacevole e umana. Un suicidio da uno come lui è l’ultima cosa che ci si sarebbe potuti aspettare» è il ricordo di un collega militare.
Pugliese di origine, il colonnello Muscogiuri aveva due figli grandi che non vivono insieme alla famiglia. Nel corso della sua carriera aveva passato tutti gli step della carriera militare, da comandante di battaglione a comandante di reggimento, prima di diventare ufficiale superiore.
Negli ultimi anni, prima di entrare in servizio a Bolzano, aveva svolto mansioni di comando a Vipiteno. «È un momento molto doloroso per noi. Abbiamo perso un collega stimato da tutti, una persona perbene» si limita a commentare il generale Ivan Caruso, Capo di Stato Maggiore del Comando di Bolzano.
Le reazioni Il Capo di stato maggiore Ivan Caruso «Un collega perbene, momento doloroso»