Mirko, funerale bloccato: monta la rivolta. Poi il via libera
Tensione in chiesa, si farà l’autopsia. Anche Rossi chiama la Procura Aperta un’inchiesta sull’incidente. Il ragazzo senza patente su un 125
Una tragedia assurda, avvenuta in campagna dopo una caduta con la moto da cross. È quella che ha strappato alla vita e ai suoi cari Mirko, il 15enne di Cles a cui ieri ha dato l’ultimo saluto l’intero paese. Ma prima della funzione si sono vissuti veri attimi di tensione per lo stop ai funerali arrivato dall’autorità giudiziaria (legato alla necessità di approfondimenti). Ma alla fine il rito è stato celebrato solo con qualche minuto di ritardo.
TRENTO «Le montagne sono le uniche stelle che si possono raggiungere a piedi. E io sono in cammino». Con questa frase, stampata dietro a una foto, i familiari hanno voluto dire addio al loro Mirko. Le montagne, Mirko Micheli le amava molto, una passione che lo legava al papà Ivan, così come le arti marziali. Ma sabato una tragedia assurda ha riscritto il destino del quindicenne di Cles che ha perso la vita dopo una caduta con la sua moto da cross nelle campagne alla periferia del paese.
Ieri nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta erano migliaia i familiari, gli amici, i compagni di scuola, le autorità politiche, che hanno voluto stringersi attorno ai genitori Ivan e Lorenza, e la sorella Alissa, per l’addio a quel ragazzo solare, scomparso troppo presto, a soli 15 anni. Ma poco prima dell’inizio della cerimonia è salita la tensione alle stelle per lo stop ai funerali imposto dall’autorità giudiziaria. Al mattino infatti era arrivata in Procura una relazione dei carabinieri che suggeriva la necessità di ulteriori accertamenti per chiarire la dinamica dell’incidente e quindi anche approfondimenti sullo stato dei luoghi, inoltre pare non vi fossero certezze sulla causa del decesso, dovuto comunque a un politrauma. Per questo la pm Licia Scagliarini ha chiesto d’urgenza un’ispezione cadaverica, eseguita a mezzogiorno, ma neppure questa sarebbe stata risolutiva. Serve un’autopsia, per questo la Procura è stata costretta a chiedere il rinvio del funerale e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Ma il funerale era già stato fissato ed erano tutti pronti per la celebrazione anche se non c’era il nulla osta alla sepoltura. La rabbia ieri era palpabile. «È una vergogna» hanno tuonato alcuni famigliari. È difficile, in un momento di profondo dolore come questo, capire il motivo dell’improvviso rinvio, della necessità dell’indagine e la delicatezza degli accertamenti. A Cles ieri c’era posto solo per il dolore, una sofferenza profonda che ha lasciato poi lo spazio allo sconcerto e alla rabbia. È così partita una girandola di telefonate, dal sindaco Ruggero Mucchi, al presidente Ugo Rossi, che ha telefonato personalmente in Procura per capire cosa era successo, infine ai carabinieri per trovare una soluzione che salvaguardi la necessità di indagini e il desiderio della famiglia di proseguire con la cerimonia. La collaborazione di tutti alla fine ha consentito di evitare lo slittamento e il funerale è stato celebrato, solo con qualche minuto di ritardo. Una folla immensa ha salutato Mirko per l’ultima volta, nel frattempo proseguono le indagini per chiarire quanto accaduto. «Ci dispiace moltissimo e la Procura si scusa se tutto questo ha provocato turbamento — spiega il procuratore Marco Gallina — ma quando l’ufficio viene notiziato di possibili profili di reato è obbligato ad intervenire, con i tempi delle indagini». Intanto proseguono gli accertamenti dei carabinieri per verificare i luoghi e la strada, pare sconnessa, e sulla moto, un 125 per il quale serve la patente, ma Mirko non l’aveva. Avrebbe preso la moto all’insaputa dei genitori. La Procura ha ordinato l’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni.