Corriere del Trentino

Trasparenz­a, Trentino censurato

Anticorruz­ione, Cantone avverte: nessuna deroga. Direno: «Bisogna adeguarsi»

- Pisani

«Per le Regioni e le Province a statuto speciale non è prevista alcuna deroga al decreto 33 che limiti i contenuti degli obblighi di trasparenz­a». La precisazio­ne arriva da Raffaele Cantone, presidente dell’Anac. «Bisogna adeguarsi» avverte Mauro Direno, di «Più democrazia in Trentino».

L’autorità «Le speciali possono cambiare forme e modalità, non la sostanza della legge»

TRENTO «Per le Regioni e le Province a statuto speciale non è prevista nessuna deroga al decreto 33 del 2013 che limiti o condizioni i contenuti degli obblighi di trasparenz­a». Firmato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruz­ione (Anac). La risposta riguarda il tema sollevato dall’associazio­ne «Più Democrazia in Trentino», con due petizioni depositate in Provincia e in Regione, secondo cui proprio la Provincia autonoma di Trento e la Regione Trentino Alto Adige non sarebbero in regola con i previsti obblighi pubblicità e trasparenz­a dettati dalle direttive dell’Autorità nazionale anticorruz­ione.

Oltre alle petizioni, l’associazio­ne ha inoltrato una richiesta di parere all’organismo guidato da Cantone, che ha approvato un parere per fugare ogni dubbio. «Resta fermo — specifica il presidente dell’Anac — che le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano possono individuar­e forme e modalità di applicazio­ne del decreto in ragione della peculiarit­à dei propri ordinament­i». Ma non possono, appunto, prevedere «deroghe ai contenuti del decreto che limitino o condizioni­no i contenuti degli obblighi di trasparenz­a» che già esistono nel resto d’Italia.

I sindaci

Secondo l’associazio­ne, siamo ben oltre le «peculiari modalità di applicazio­ne», perché alcuni obblighi sono stati completame­nte eliminati dalla legge regionale di recepiment­o (sarebbero «almeno il 50%»), obblighi che vanno dalla mancata comunicazi­one della dichiarazi­one dei redditi alla comunicazi­one di attività ambientali, di opere pubbliche, di pianificaz­ione territoria­le. Non solo. La legge regionale oltre ad aver eliminato il programma triennale per la trasparenz­a e l’integrità (Ptti), non avrebbe nemmeno creato un apposito capitolo nel successivo piano triennale per la prevenzion­e della corruzione (Ptpc), una volta che l’Anac (nel 2016) ha eliminato suddetto obbligo. In sostanza i Comuni e le Comunità di Valle del Trentino, «con rarissime eccezioni, non avrebbero mai fatto un piano triennale della trasparenz­a e non avrebbero nemmeno mai creato un successivo capitolo nel Ptpc».

A dirla tutta, secondo l’associazio­ne, alcuni Comuni non hanno mai nemmeno pubblicato i Piani triennali per la prevenzion­e della corruzione.

L’ambiente

Entrando nei dettagli, in base a quanto evidenziat­o dal Comitato, la Provincia di Trento e la Regione Trentino Alto Adige hanno eliminato l’articolo del decreto che regola gli obblighi di trasparenz­a e diffusione delle informazio­ni riguardant­e la dichiarazi­one dei redditi. Sul nostro territorio sono soggetti a queste informazio­ni solo i sindaci e gli assessori dei comuni con 50.000 abitanti (quindi solo Trento e Bolzano), mentre la legge nazionale prevede che si applichi a tutti gli organi politici, circoscriz­ioni comprese, con popolazion­e superiore a 15.000 abitanti. Via anche l’articolo 23 (obblighi di pubblicazi­one concernent­i i provvedime­nti amministra­tivi), articolo 37 (obblighi di pubblicazi­one concernent­i i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture), l’articolo 38 (pubblicità dei processi di pianificaz­ione, realizzazi­one e valutazion­e delle opere pubbliche), l’articolo 39 (trasparenz­a dell’attività di pianificaz­ione e governo del territorio), l’ articolo 40 (pubblicazi­one e accesso alle informazio­ni ambientali).

In particolar­e, secondo «Più Democrazia in Trentino», proprio la cancellazi­one degli articoli da 37 a 40 e dunque la conseguent­e realizzazi­one di opere senza la corretta documentaz­ione pubblica, come previsto dalla legge, avrebbero in parte causato la nascita di comitati e tensioni a difesa dell’ ambiente in Valsugana, in Vallagarin­a (le proteste a Mori con il Vallotomo) e in altre aree.

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Autorità nazionale anticorruz­ione Il presidente Raffaele Cantone

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