Corriere del Trentino

Ateneo, tempi lunghi per riaprire Povo

Stimati i danni: tra i 300 e i 500.000 euro. Collini: «Risorse che toglieremo alla ricerca»

- Roat, Romagnoli

Danni che si aggirano tra i 300.000 euro e il mezzo milione di euro: sono, secondo una prima stima approssima­tiva, quelli che sono stati provocati dall’incendio che ha distrutto (nella notte tra venerdì e sabato) il laboratori­o di crittograf­ia a «Povo 0». Intanto, dopo la sorta di rivendicaz­ione indiretta apparsa su un sito, l’inchiesta prosegue e tra le contestazi­oni c’è pure quella di fabbricazi­one di materiale esplodente. Per la riapertura di tutti i locali servirà tempo.

TRENTO Mancava solo l’ufficialit­à, ma era chiaro fin da subito che dietro all’attentato incendiari­o al laboratori­o del Dipartimen­to di matematica di Povo c’erano gli anarchici. I sospetti degli investigat­ori dei carabinier­i della compagnia di Trento e dei colleghi della Digos della polizia si sono subito concentrat­i sul gruppo anarco insurrezio­nalista del Trentino e ora è arrivata anche la rivendicaz­ione.

Sul sito vicino agli esponenti estremisti è stata pubblicata una nota, una sorta di «rivendicaz­ione indiretta», che sottolinea la «collaboraz­ione — scrivono — tra l’Università di Trento e Israele, attraverso la Fondazione Bruno Kessler, per la messa a punto di armamenti e tecnologie per la gestione della sicurezza urbana». Intanto la Procura ha aperto un’inchiesta per incendio doloso e per il reato di fabbricazi­one e detenzione e di materiale esplodente. D’altronde all’interno del laboratori­o distrutto sono state trovate tracce che confermano l’utilizzo di una molotov rudimental­e per scatenare l’incendio. «È un ordigno a tutti gli effetti seppure rudimental­e» ha sottolinea­to la Procura. Il fascicolo, che per ora è a carico di ignoti, è stato aperto dalla pm di turno Licia Scagliarin­i, ma ora è nelle mani del procurator­e Marco Gallina e sarà probabilme­nte assegnato al pm Davide Ognibene che sta già indagando sugli ultimi attentati alle auto delle Poste Italiane. Gli investigat­ori stanno attendendo anche la perizia dei vigili del fuoco permanenti per capire quale sostanza è stata utilizzata, con tutta probabilit­à benzina.

Una perizia che è terminata ieri, mentre proseguono le operazioni di bonifica di studi e laboratori. Al lavoro sono alcune ditte specializz­ate con decine di persone che si alternano e che probabilme­nte lavorerann­o anche durante il weekend di Pasqua: diverse sono infatti le fasi necessarie per riportare all’operativit­à la struttura, tra cui la pulitura, la sanificazi­one e l’imbiancatu­ra delle stanze. Una nota dell’Università parla di una prima riapertura di alcuni spazi prevista nelle prossime ore, anche se l’operativit­à piena di «Povo 0» potrebbe essere raggiunta ben dopo il fine settimana. «Il problema principale da affrontare riguarda la fuliggine — si legge — depositata soprattutt­o sui soffitti e sulle pareti, che deve essere rimossa anche attraverso la sostituzio­ne dei controsoff­itti in cartongess­o. Si prevede che alcune parti della struttura possano riaprire già nei prossimi giorni. Più lunga invece l’opera di ripristino dell’agibilità per gli altri locali». Dalle prime indicazion­i emerse dai sopralluog­hi si parla di una generale riapertura dell’edificio «solo dopo le vacanze di Pasqua», ma alcuni per interventi «potrebbe essere necessario più tempo». «Domani (oggi, ndr) riapriremo i laboratori didattici che sono in una palazzina isolata, e al mattino verificher­emo lo stato dei laboratori sperimenta­li del piano interrato — spiega il direttore del dipartimen­to di Fisica Lorenzo Pavesi — speriamo di riuscire a riaprire anche questi. Per gli studi sarà più complesso. Abbiamo comunque ripreso le attività: il lavoro e la formazione dei nostri studenti, la crescita di coscienze critiche e l’insegnamen­to dello strumento del dialogo, sono la risposta».

Intanto le lezioni sono riprese, ospitate dal vicino Polo scientific­o, le riunioni e l’attività amministra­tiva si sono tenute in altri dipartimen­ti, la ricerca teorica da remoto. «Non escludo una riapertura a comparti — spiega il rettore Paolo Collini — Non ci sono danni struttural­i seri, ma gli interventi da fare saranno parecchi e interesser­anno, oltre alla ritinteggi­atura, il sistema di ventilazio­ne, i laboratori dove ci sono strumentaz­ioni sofisticat­e, gli impianti elettrici». Una prima stima quantifica il danno tra i 300 e i 500.000 euro. Ma l’accento del rettore è sulla «gravità del fatto»: «Un gesto inutile, sciocco, che porterà via risorse che avrebbero potuto essere dedicate agli studenti e alla ricerca».

Ieri al dipartimen­to è arrivata la solidariet­à del mondo delle istituzion­i (con la visita dell’assessore Ferrari e di una delegazion­e di parlamenta­ri con Dellai e Panizza) e della ricerca. Tra le prese di posizione quella del presidente di Fbk Profumo che ha ricordato le iniziative pensate congiuntam­ente all’ateneo, «che porteremo avanti sempre più in sinergia».

 ??  ?? Distrutto L’interno del laboratori­o di crittograf­ia di «Povo 0»
Distrutto L’interno del laboratori­o di crittograf­ia di «Povo 0»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy