Gli attivisti: «Petizioni inascoltate»
Direno (Più democrazia in Trentino) all’attacco. Lausch in pressing su Widmann
TRENTO Sono due le petizioni depositate dall’associazione «Più Democrazia in Trentino» costituita per sostenere il disegno di legge di iniziativa popolare sulla democrazia diretta, la cui trattazione è ancora in corso. Nelle prossime settimane, nel trattare la petizione provinciale 19/XV (Per un Trentino più trasparente), in prima commissione provinciale «sarà compito dell’associazione portare all’attenzione dei consiglieri provinciali le direttive emanate dall’Anac — dice Mauro Direno , il primo firmatario — al fine di spronare l’assemblea legislativa provinciale ad adottare i provvedimenti necessari a innovare e adeguare le prassi e la normativa locale in materia di obblighi pubblicità e di trasparenza alle direttive dell’Autorità nazionale anticorruzione». Secondo Direno, solo per il Trentino si potrebbe configurare un danno erariale addirittura «superiore al miliardo di euro» per le sanzioni mai elevate in conseguenza del mancato rispetto della normativa. «Un calcolo — continua Direno — fatto sulla base di multe che vanno dai 500 ai 10.000 euro applicate a Comuni, partecipate, moltiplicate per tutti gli appalti». Certo, poi la legge di fatto non c’è, quindi sarebbe impossibile applicare le sanzioni «ma le disposizioni ci dovrebbero essere — ribadisce Direno —. Le direttive approvate dall’Anac alle quali Cantone ha suggerito di fare affidamento per interpretare correttamente il dettato normativo nazionale, sembrano andare nella stessa direzione dei propositi contenuti nelle petizioni legislative». La situazione è piuttosto complicata, se ne proverà a discutere in consiglio provinciale a Trento mentre naviga in un limbo la petizione depositata in Regione. «Qui — puntualizza Direno — non è neanche previsto un iter procedurale per discutere le petizioni». «Si possono migliorare le cose e renderle più trasparenti — dice l’aderente di Più Democrazia in Trentino — Al Comune di Trento, dove le regole si applicano, la relazione annuale del responsabile della prevenzione della corruzione ha evidenziato un livello di adempimento degli obblighi di trasparenza buono». Da Bolzano interviene Stefan Lausch, coordinatore di Iniziativa per più democrazia che ribadisce la necessità di adeguare la norma regionale sulla trasparenza. Ma anche di introdurre lo strumento della petizione popolare. «Abbiamo scelto di inviare una petizione anche se questo strumento non è codificato nel nostro ordinamento. Purtroppo — sottolinea Lausch — la Regione non ha recepito in maniera integrale i contenuti della norma nazionale sulla trasparenza, cosa che invece andava fatta. Ora — prosegue — che l’Anticorruzione ci ha dato ragione spero che il consiglio regionale, che ha la competenza sugli ordinamenti comunali, si attivi per recepire le regole che valgono nel resto d’Italia. Inoltre — conclude il coordinatore di Iniziativa per più democrazia — sarebbe importante che nell’ordinamento della Regione venisse contemplata anche la possibilità di presentare petizioni popolari che attualmente non è prevista. Su questo punto abbiamo già avuto un primo incontro con il presidente Thomas Widmann che si è dimostrato piuttosto disponibile».