Mamadou ha trovato una casa L’alunno sarà accolto da privati
Il profugo andava a scuola e dormiva in strada. Molin: un’emergenza
BOLZANO Mamadou potrà continuare a studiare. Con un briciolo di serenità in più e soprattutto senza dover trascorrere le notti per strada. Un privato cittadino si è fatto avanti e ha deciso di ospitare il profugo ghanese, 18 anni appena compiuti, permettendogli di concludere l’anno scolastico e potersi concentrare sugli esami di terza media che lo attendono.
Il ragazzino, arrivato in città alcuni mesi fa come minore solo non accompagnato, aveva trovato ospitalità provvisoria, in attesa di un’accoglienza adeguata, nel centro Emergenza freddo allestito al PalaResia. Intanto, però, la struttura ha chiuso, Mamadou (nome di fantasia per tutelarne la privacy, ndr) ha compiuto 18 anni e la tanto agognata sistemazione definitiva non è mai arrivata. I volontari erano inoltre riusciti a inserirlo nel corso di terza media per stranieri: il ragazzino, però, dal 31 marzo, giorno di chiusura del servizio per senza fissa dimora, è finito per strada. Un suo docente, resosi conto della situazione, ha subito contattato la scuola di italiano per stranieri «Scioglilingua». Da lì, in poi, si è attivata la macchina della solidarietà: Mamadou avrà di nuovo un tetto sopra la testa e potrà portare a termine il percorso di studi. «Nella speranza — ricorda però Annamaria Molin, fondatrice della scuola — che nel frattempo le istituzioni trovino una sistemazione per lui. Non si può sempre confidare nella disponibilità di privati cittadini, anche perché ormai sta diventando un’emergenza continua, alla quale non potremo sempre far fronte noi». Intanto c’è preoccupazione per il futuro di altri tre ragazzini minorenni, attualmente ospiti all’interno dell’ex Lemayr, che tra pochi mesi compiranno 18 anni. «Frequentano l’istituto tecnico con ottimi risultati, però a breve diventeranno maggiorenni e non potranno più rimanere nella struttura — spiega Molin — mi domando cosa gli accadrà dopo, se sarà garantita loro una continuità di vita, la giusta serenità per poter continuare a studiare come stanno facendo ora».
Intanto da questa settimana è previsto, proprio nel centro ex Lemayr, un incremento di posti per minori non accompagnati, dopo la richiesta presentata dalla garante dei minori Ladstätter insieme alla referente cittadina per profughi e richiedenti asilo Chiara Rabini. Quest’ultima, venuta a conoscenza della storia di Mamadou, si era peraltro attivata con i servizi sociali per verificare la situazione del ragazzo e provare a trovare una soluzione.
Il tema dei minori stranieri non accompagnati rappresenta ormai da tempo un’urgenza alla quale, però, risulta difficile far fronte, almeno sotto il profilo istituzionale. Oltre alla scarsità di posti nelle strutture, più volte segnalata dalla Garante e dalla Procura dei minori, numerosi casi di ragazzini soli sono stati provvisoriamente risolti grazie alla disponibilità di privati cittadini che hanno aperto le porte della propria casa. Sulla scia di questa mobilitazione solidale, a breve verrà istituito un registro in Questura di famiglie disponibili a fare da affidatarie.