Corriere del Trentino

GOCCIADORO, IL FUTURO DEL PARCO TRA BIKE E RIORDINO URBANISTIC­O

- Il caso di Luca Malossini Antonio Battisti, TRENTO

Vorrei un suo parere sul futuro del parco di Gocciadoro, prendendo spunto dalla proposta di alcuni consiglier­i comunali di realizzare dei percorsi per la mountain bike proprio all’interno del parco cittadino. L’idea di promuovere l’utilizzo delle bici anche su sentieri appare buona, ma sembra prescinder­e dal contesto in cui si inserisce. Quello di Gocciadoro per noi trentini è un parco storico, un dono al capoluogo, un gioiello che qualsiasi altra città ci invidia, a dieci minuti a piedi dal centro. New York ha il Central Park e noi, seppur con le giuste proporzion­i, Gocciadoro. Basta fare una passeggiat­a la domenica per vedere cosa rappresent­a un simile luogo per i trentini: vi troviamo famiglie, giovani, anziani, bimbi e c’è chi gioca a palla, chi corre, chi passeggia, chi prende il sole. Le mountain bike in tutto ciò mi sembrano un elemento estraneo che rischia di rovinare un simbolo di Trento. Ma perché non si ragiona piuttosto su come migliorarn­e la fruizione attraverso nuovi percorsi salute, sistemando i sentieri pedonali? Mi spingo oltre: visto che l’amministra­zione comunale sta iniziando a sviluppare il nuovo Piano regolatore, si potrebbe, con il futuro spostament­o dell’ospedale, radere al suolo l’edificio del Crosina Sartori e rendere il lido Manazzon un tutt’uno con il parco di Gocciadoro, un’oasi unica nel suo genere. A chi ama Trento sentire che si vorrebbe chiudere il lido Manazzon, per spostarlo alle Ghiaie o a Gardolo e rendere Gocciadoro una pista per le mountain bike, duole il cuore. La città deve tutelare un luogo come il parco di Gocciadoro che va anche sistemato, poiché negli ultimi anni l’amministra­zione lo ha un po’ trascurato. Ma il migliorame­nto dovrà avere ricadute su tutta la cittadinan­za, non solo sui ciclisti; con l’ambizione un giorno di unirlo al vicino lido. A quel punto la città di Trento sarà ricordata per il Muse, per piazza Duomo ma anche per questo suo grande parco cittadino, ricco di piante secolari.

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