Una cascata di petali viola Le virtù del Thalictrum
Il Dallafior lo chiama pigamo: devo confessare che questo nome mi era del tutto sconosciuto. La definizione botanica sarebbe Thalictrum, dal greco «thalein», verdeggiare, e «iktar» di veloce crescita. La specie locale, anzi europea, è il Thalictrum aquilegifolium. La famiglia è delle Ranuncolaceae. Cresce soprattutto nei prati umidi o ai limiti dei boschi, fino in alta montagna; in tedesco lo chiamano Amstelkraut. Il genere conosce centocinquanta specie, spontanee in tutte le zone a clima temperato poi anche fino a alcune subtropicali, asiatiche.
Il Thalictrum aquilegifolium è una perenne bellissima, con fiori delicati, bianco rosati, ma anche viola chiaro, assomiglianti a quelli piumosi delle mimose (Acacia dealbata). Le foglie, molto eleganti, lobate a tre segmenti. Nei tempi passati la pianta era usata per colorare di giallo la lana. La specie T.angustifolium invece, meno appariscente del T.aquilegifolium, era una pianta medicinale con azione febbrifuga. Nei vivai hanno incrociato le specie migliori e selezionato anche gli esemplari più belli di T.aquilegifolium, creando perenni adatte alla cultura nei giardini. Interessanti per noi, in regione, sono soprattutto le varietà che sopportano climi più freddi. Il posto migliore per queste perenni alte circa ottanta centimetri, è sulle sponde di uno specchio d’acqua, oppure davanti a una quinta di arbusti, per risaltare meglio; il terreno dev’essere umido. Non hanno particolari esigenze, in estate bisogna far attenzione che la terra non si asciughi troppo.
La specie più coltivata nei giardini è il Thalictrum flavum sbsp. glaucum, con belle foglie lobate grigioverdi; cresce compatta, raccolta, con steli stabili, anche un acquazzone non riesce a piegarli. La pianta è bella anche dopo la fioritura. Il fogliame della varietà «Illuminator», in primavera, spunta in un incredibile giallo canarino, «ingrigendo» poi lentamente. Il Thalictrum minus «Adiantifolium», con le foglie simili all’Adianthum, una felce che cresce nelle grotte o vicino all’acqua, produce cascatelle di fiorellini gialli; il Thalictrum diffusiflorum invece ha fiorellini viola, a quattro petali ben delineati, un’eccezione, perché nelle altre specie i petali sono filiformi. Un altro splendido esemplare, con una nuvola di piccoli fiori violetti, ben visibili, è il T.delavayi «Splendide», però difficile da trovare in commercio. Una sua mutazione ha prodotto fiori bianchi. Per avere esemplari sufficienti alla vendita, i vivai riproducono le piante in vitro. Se vogliamo riprodurli noi, possiamo dividere il ceppo in autunno inoltrato, prima delle gelate invernali, ripiantando subito gli esemplari ottenuti.