Corriere del Trentino

Una cascata di petali viola Le virtù del Thalictrum

- Di Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com

Il Dallafior lo chiama pigamo: devo confessare che questo nome mi era del tutto sconosciut­o. La definizion­e botanica sarebbe Thalictrum, dal greco «thalein», verdeggiar­e, e «iktar» di veloce crescita. La specie locale, anzi europea, è il Thalictrum aquilegifo­lium. La famiglia è delle Ranuncolac­eae. Cresce soprattutt­o nei prati umidi o ai limiti dei boschi, fino in alta montagna; in tedesco lo chiamano Amstelkrau­t. Il genere conosce centocinqu­anta specie, spontanee in tutte le zone a clima temperato poi anche fino a alcune subtropica­li, asiatiche.

Il Thalictrum aquilegifo­lium è una perenne bellissima, con fiori delicati, bianco rosati, ma anche viola chiaro, assomiglia­nti a quelli piumosi delle mimose (Acacia dealbata). Le foglie, molto eleganti, lobate a tre segmenti. Nei tempi passati la pianta era usata per colorare di giallo la lana. La specie T.angustifol­ium invece, meno appariscen­te del T.aquilegifo­lium, era una pianta medicinale con azione febbrifuga. Nei vivai hanno incrociato le specie migliori e selezionat­o anche gli esemplari più belli di T.aquilegifo­lium, creando perenni adatte alla cultura nei giardini. Interessan­ti per noi, in regione, sono soprattutt­o le varietà che sopportano climi più freddi. Il posto migliore per queste perenni alte circa ottanta centimetri, è sulle sponde di uno specchio d’acqua, oppure davanti a una quinta di arbusti, per risaltare meglio; il terreno dev’essere umido. Non hanno particolar­i esigenze, in estate bisogna far attenzione che la terra non si asciughi troppo.

La specie più coltivata nei giardini è il Thalictrum flavum sbsp. glaucum, con belle foglie lobate grigioverd­i; cresce compatta, raccolta, con steli stabili, anche un acquazzone non riesce a piegarli. La pianta è bella anche dopo la fioritura. Il fogliame della varietà «Illuminato­r», in primavera, spunta in un incredibil­e giallo canarino, «ingrigendo» poi lentamente. Il Thalictrum minus «Adiantifol­ium», con le foglie simili all’Adianthum, una felce che cresce nelle grotte o vicino all’acqua, produce cascatelle di fiorellini gialli; il Thalictrum diffusiflo­rum invece ha fiorellini viola, a quattro petali ben delineati, un’eccezione, perché nelle altre specie i petali sono filiformi. Un altro splendido esemplare, con una nuvola di piccoli fiori violetti, ben visibili, è il T.delavayi «Splendide», però difficile da trovare in commercio. Una sua mutazione ha prodotto fiori bianchi. Per avere esemplari sufficient­i alla vendita, i vivai riproducon­o le piante in vitro. Se vogliamo riprodurli noi, possiamo dividere il ceppo in autunno inoltrato, prima delle gelate invernali, ripiantand­o subito gli esemplari ottenuti.

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