Corriere del Trentino

Il ruolo dello Stato

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Da tempo nelle province di Trento e Bolzano si sono riunite le due consulte locali al fine di elaborare le basi del futuro Statuto di autonomia. Non entrerò nel merito politico (che mi vede favorevole al decentrame­nto di alcune competenze statali), mi limiterò ad analizzare un aspetto economico fondamenta­le per valutare se l’autonomia sia davvero un’opportunit­à. A oggi le due Province hanno ricevuto in carico dallo Stato molte competenze, i cui costi sono sostenuti dal recupero dei 9/10 delle imposte versate dai cittadini provincial­i. La questione dirimente è: se, per pura ipotesi, ottenessim­o addirittur­a un’autonomia integrale (come richiesto ufficialme­nte da Karl Zeller) in cui lo Stato demanda tutte le competenze richieste alle due Province, concedendo loro il mantenimen­to in loco perfino del 100% delle imposte versate dai cittadini, potremmo guardare al futuro con serenità? La risposta è no. Anzi, questa situazione potrebbe rivelarsi pericolosa. Vediamo il perché. L’esempio precedente prevede che tutte le spese relative alle competenze provincial­i vengano coperte tramite gli introiti del gettito fiscale. Ciò comportere­bbe

che l’ente pubblico finanzi gli investimen­ti erogando i servizi grazie al denaro fornitogli dai cittadini, senza aggiungere maggiore ricchezza rispetto a quella generata dai privati, come, invece, potrebbe fare grazie a una spesa a deficit garantita dallo Stato.

Se il tessuto economico provincial­e subisse i contraccol­pi di

una nuova crisi economica, gli effetti negativi sull’occupazion­e potrebbero diminuire il gettito fiscale e, dunque, far calare le risorse disponibil­i per finanziare investimen­ti e servizi in carico alla Provincia, con drammatich­e conseguenz­e per la qualità degli stessi. A questo punto, restano aperte alcune domande: sono

stati presi in consideraz­ione i gravi problemi evidenziat­i in precedenza? Si è pensato a un possibile «paracadute» statale che permetta, in tempo di crisi, di attuare politiche anti-cicliche garantendo investimen­ti e servizi di qualità? In assenza di questo, sono stati ipotizzati metodi di finanziame­nto alternativ­i al gettito fiscale locale e al pericoloso indebitame­nto presso speculator­i internazio­nali? Se le risposte fossero negative, sarebbe opportuno pensarci quanto prima. In ballo non c’è la retorica autonomist­a con le sue figurine storiche, ma le vite reali dei cittadini.

Mattia Maistri, presidente «Trentino Mmt»

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