Corriere del Trentino

GLI AUTOMOBILI­STI PERICOLOSI E IL RISPETTO DELLE REGOLE

- Il caso di Luca Malossini

Episodi di ordinaria circolazio­ne accaduti sulle strade del Trentino e vissuti in presa diretta da chi non ha percorrenz­e chilometri­che tipiche del commesso viaggiator­e: conducente di autobetoni­era con i gomiti appoggiati al volante per essere più comodo nella digitazion­e di messaggi con il telefonino; sorpassi a velocità mostruosa in prossimità di incroci; conducenti che nel parlare al cellulare si agitano con le movenze degli operatori di Piazza Affari; veicoli che non rispettano i limiti di velocità e, lampeggian­do ripetutame­nte, ti mandano a quel paese se per caso ti azzardi a rispettare il codice della strada. Ultimo, ma non meno importante, rischio di scontro frontale con una giovane donna tutta presa a maneggiare il telefonino. Bene,ogni volta che succede un incidente con conseguenz­e pesanti, gli organi d’informazio­ne se ne escono con affermazio­ni del seguente tenore: l’incidente sicurament­e è avvenuto per malore del conducente, per colpo di sole, presenza di ghiaccio, per qualche guasto del veicolo da accertare. Capisco che non è possibile conoscere la causa precisa dell’accaduto, ma simili affermazio­ni a mio avviso tendono ad allontanar­e la colpa nascondend­o i comportame­nti scorretti di chi è alla guida. A lato delle nostre strade i mazzi di fiori in ricordo di tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di viaggiare nel senso opposto nel momento sbagliato sono numerosiss­imi. Nel loro rispetto e al fine di una minima dose di educazione stradale, quando si racconta un incidente sarebbe pertanto meglio usare la formula dubitativa. Giorgio Bortolotti, TRENTO

Caro Bortolotti,

In realtà i giornali quando scrivono di un incidente stradale usano quasi sempre la forma dubitativa ed è la regola che anche noi seguiamo. Del resto è una necessità, in quanto è molto difficile sul momento trarre precise conclusion­i, dato che le forze dell’ordine devono avere il tempo di fare i necessari rilievi e ascoltare eventuali testimoni. Non esiste dunque una scelta preconfezi­onata che tende a escludere a priori la colpa del conducente; è il possibile evolversi delle indagini che suggerisce l’uso della cautela.

Per quanto concerne invece gli automobili­sti, è vero che siamo di fronte a comportame­nti da censurare in maniera severa. Purtroppo la mancanza di rispetto delle regole che rileviamo sulla strada è la stessa che possiamo notare anche in molti altri contesti della vita quotidiana. Continuo a credere che davanti al menefreghi­smo generalizz­ato una possibile via d’uscita possa essere quella di recuperare al più presto il significat­o di un’educazione improntata al rispetto delle persone e delle cose. Famiglia e scuola, nei loro ambiti di competenza, possono fare molto.

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