GLI AUTOMOBILISTI PERICOLOSI E IL RISPETTO DELLE REGOLE
Episodi di ordinaria circolazione accaduti sulle strade del Trentino e vissuti in presa diretta da chi non ha percorrenze chilometriche tipiche del commesso viaggiatore: conducente di autobetoniera con i gomiti appoggiati al volante per essere più comodo nella digitazione di messaggi con il telefonino; sorpassi a velocità mostruosa in prossimità di incroci; conducenti che nel parlare al cellulare si agitano con le movenze degli operatori di Piazza Affari; veicoli che non rispettano i limiti di velocità e, lampeggiando ripetutamente, ti mandano a quel paese se per caso ti azzardi a rispettare il codice della strada. Ultimo, ma non meno importante, rischio di scontro frontale con una giovane donna tutta presa a maneggiare il telefonino. Bene,ogni volta che succede un incidente con conseguenze pesanti, gli organi d’informazione se ne escono con affermazioni del seguente tenore: l’incidente sicuramente è avvenuto per malore del conducente, per colpo di sole, presenza di ghiaccio, per qualche guasto del veicolo da accertare. Capisco che non è possibile conoscere la causa precisa dell’accaduto, ma simili affermazioni a mio avviso tendono ad allontanare la colpa nascondendo i comportamenti scorretti di chi è alla guida. A lato delle nostre strade i mazzi di fiori in ricordo di tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di viaggiare nel senso opposto nel momento sbagliato sono numerosissimi. Nel loro rispetto e al fine di una minima dose di educazione stradale, quando si racconta un incidente sarebbe pertanto meglio usare la formula dubitativa. Giorgio Bortolotti, TRENTO
Caro Bortolotti,
In realtà i giornali quando scrivono di un incidente stradale usano quasi sempre la forma dubitativa ed è la regola che anche noi seguiamo. Del resto è una necessità, in quanto è molto difficile sul momento trarre precise conclusioni, dato che le forze dell’ordine devono avere il tempo di fare i necessari rilievi e ascoltare eventuali testimoni. Non esiste dunque una scelta preconfezionata che tende a escludere a priori la colpa del conducente; è il possibile evolversi delle indagini che suggerisce l’uso della cautela.
Per quanto concerne invece gli automobilisti, è vero che siamo di fronte a comportamenti da censurare in maniera severa. Purtroppo la mancanza di rispetto delle regole che rileviamo sulla strada è la stessa che possiamo notare anche in molti altri contesti della vita quotidiana. Continuo a credere che davanti al menefreghismo generalizzato una possibile via d’uscita possa essere quella di recuperare al più presto il significato di un’educazione improntata al rispetto delle persone e delle cose. Famiglia e scuola, nei loro ambiti di competenza, possono fare molto.