Corriere del Trentino

«Poveri, governo ok. Ma non basta»

Parla il trentino Gori, il padre del reddito di inclusione varato da Gentiloni

- Murphy

Ha un «papà» trentino il reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni: si tratta di Cristiano Gori, docente di politica sociale al dipartimen­to di sociologia e ricerca sociale di Trento, che dal 2013 guida l’Alleanza contro la povertà in Italia. «Molte delle nostre proposte sono state recepite dal governo» sottolinea Gori. Che però avverte: «La povertà in Italia è un fenomeno crescente che richiede un piano strutturat­o capace di rispondere alle necessità dei più bisognosi».

Il reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni ha un «papà» trentino. Il memorandum di attuazione della legge delega di contrasto alla povertà, firmato ieri a Palazzo Chigi, vede infatti l’importante contributo di Cristiano Gori, docente di politica sociale al dipartimen­to di sociologia e ricerca sociale di Trento, che dal 2013 guida l’Alleanza contro la povertà in Italia, un’associazio­ne che riunisce rappresent­anze dei Comuni e delle Regioni, sindacati e realtà associativ­e. «Molte delle nostre proposte sono state recepite dal governo — racconta soddisfatt­o Gori — Ora serve un ulteriore impegno per un piano pluriennal­e».

Professor Gori, come e con quali obiettivi nasce il vostro lavoro di ricerca?

«La povertà in Italia è un fenomeno crescente che richiede un piano strutturat­o capace di rispondere alle necessità dei più bisognosi. In Trentino la situazione è migliore rispetto ad altre regioni ma le politiche sono in ritardo di vent’anni. Da qui l’idea di creare l’Alleanza contro la povertà in Italia che è stata da me fondata quattro anni fa».

Come si struttura l’Alleanza e qual è la sua missione?

«L’Alleanza riunisce 35 organizzaz­ioni tra realtà associativ­e (come Acli, Caritas, Forum terzo settore, Banco alimentare, Società di San Vincenzo e Save the children), rappresent­anze dei Comuni e delle Regioni (Anci, Lega delle autonomie, Conferenza delle Regioni) e sindacati (Cgil, Cisl e Uil). L’associazio­ne si basa su due idee fondamenta­li. La prima è che se si vogliono richiedere e ottenere dei migliorame­nti per contrastar­e la povertà occorre lavorare insieme su più fronti. Poi i valori alla base del nostro percorso di ricerca devono essere promossi attraverso proposte concrete».

I vostri studi hanno portato nel 2016 alla pubblicazi­one del volume «Il reddito d’inclusione sociale (Reis). La proposta dell’Alleanza contro la povertà in Italia» edito da Il Mulino. Come si è giunti all’inseriment­o delle vostre proposte nel memorandum e quali sono le fondamenta di questo meccanismo di salvaguard­ia?

«Il Reddito di inclusione sociale, definito poi dal parlamento come Reddito di inclusione, è frutto degli studi dell’Alleanza e si basa su due assunti fondamenta­li. Il primo mira a stabilire dei criteri per leggere le condizioni delle persone in stato di povertà stabilendo così le soglie di accesso al sostegno economico. Il secondo si focalizza sull’individuaz­ione di strumenti di aiuto tangibili come l’investimen­to in assistenza sociale, in affiancame­nto e monitoragg­io».

In concreto quali sono gli elementi più significat­ivi inseriti su vostra proposta nel memorandum?

«Come sappiamo l’accesso delle persone in difficoltà ad aiuti economici e sociali si basa sull’indicatore Isee che fa riferiment­o ai due anni precedenti rispetto alla condizione attuale. Spesso però la povertà si caratteriz­za per un decadiment­o repentino e soprattutt­o rapido. Abbiamo quindi introdotto nuove opportunit­à di accesso al sussidio attraverso altri canali rispetto all’Isee. Un ulteriore elemento previsto nel memorandum riguarda l’assegnazio­ne di parte dei soldi per il fondo sociale ai Comuni i quali potranno così avere nuovi assistenti sociali, figure fondamenta­li per aiutare le persone a costruire un percorso di vita nuovo».

Come avete accolto la decisione del governo?

«La cerimonia tenuta oggi (ieri, ndr) a Roma è stata davvero emozionant­e. Solitament­e i memorandum interessan­o principalm­ente tematiche sindacali e pensionist­iche, è la prima volta che viene trattato un tema sociale. Per noi è un bel traguardo, sicurament­e però non un punto di arrivo quanto piuttosto di partenza».

Quali saranno quindi i prossimi obiettivi anche alla luce dei dati sulla povertà in Italia?

«Secondo i dati i poveri in Italia sarebbero 4 milioni e i finanziame­nti stanziati permettere­bbero di raggiunger­ne solamente 1,5-2 milioni. Occorre quindi un rafforzame­nto delle azioni messe in campo con questo primo intervento definendo un piano pluriennal­e per arrivare a tutti i poveri. L’Italia è molto indietro rispetto al resto d’Europa, vi è perciò la necessità di intensific­are i percorsi di inclusione rendendoli al contempo più strutturat­i e duraturi».

I numeri I finanziame­nti stanziati raggiungon­o solo due milioni di persone, ma gli indigenti sono quattro

 ??  ?? Sociologo Cristiano Gori, fondatore dell’Alleanza contro la povertà
Sociologo Cristiano Gori, fondatore dell’Alleanza contro la povertà

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy